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Minacce e vessazioni all’anziana madre: scatta il divieto di avvicinamento

Braccialetto elettronico per un 47enne di Concordia Sagittaria

Minacce e vessazioni all’anziana madre: scatta il divieto di avvicinamento

CONCORDIA SAGITTARIA – Minacce, sopraffazioni, umiliazioni. E tutto questo, secondo quanto emerso dall’indagine dei Carabinieri di Portogruaro, sarebbe avvenuto all’interno delle mura domestiche, contro una donna anziana e malata, vittima – come ha raccontato lei stessa – di continue vessazioni da parte del figlio convivente. Ora, per quell’uomo di 47 anni residente a Concordia Sagittaria, è scattato il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla madre e il divieto di ogni tipo di comunicazione con lei, a cui si aggiunge l’applicazione del braccialetto elettronico.

Il provvedimento è stato eseguito nel pomeriggio del 21 luglio dai militari dell’Arma su delega della Procura della Repubblica di Pordenone e su disposizione del GIP del Tribunale. Le misure cautelari rappresentano l’esito di un’indagine avviata l’8 luglio, quando la donna – nonostante la fragilità e una grave malattia che la affligge – ha trovato il coraggio di recarsi alla Stazione dei Carabinieri per denunciare ciò che, a suo dire, subiva ormai da settimane.

Secondo quanto riferito dalla vittima, il figlio, con cui conviveva dal 2008, avrebbe dato il via a una lunga serie di atti persecutori a partire dal giugno scorso. Gli investigatori hanno raccolto elementi che confermerebbero un clima familiare segnato da aggressioni verbali, umiliazioni e minacce, alcune delle quali di morte, spesso avvenute quando l’uomo era presumibilmente in stato di alterazione dovuto all’alcol.

Il quadro emerso, che descrive un contesto di paura e tensione domestica, ha convinto l’Autorità Giudiziaria della necessità di intervenire con urgenza. La misura cautelare adottata serve a tutelare l’incolumità fisica e psicologica della madre e ad impedire che le condotte persecutorie possano proseguire o aggravarsi.

L’indagine è ancora in corso e l’uomo, al momento, è presunto innocente: la sua colpevolezza dovrà essere eventualmente accertata in sede di giudizio con una sentenza definitiva. Ma intanto la giustizia si muove per proteggere chi, come questa donna, si è ritrovata a subire violenza proprio in quello che dovrebbe essere il luogo più sicuro: la propria casa.

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