West Nile, sei morti in Italia. Donazioni di sangue sospese in sei province del Nord Est

VENEZIA - Salgono a sei le vittime in Italia colpite dal virus West Nile, mentre si allarga la mappa delle province interessate da misure di contenimento a tutela della sicurezza del sangue donato. Il Centro nazionale sangue ha comunicato nelle ultime ore l’estensione delle limitazioni temporanee alle donazioni di sangue ed emocomponenti a 31 province italiane.

In prima linea tra le aree colpite figurano anche Padova, Treviso, Venezia, Verona e Udine, dove è stata disposta la sospensione o il controllo serrato dei prelievi.

Le autorità sanitarie hanno infatti stabilito che, per chi ha soggiornato anche solo una notte in una delle aree segnalate, si renderà necessaria una sospensione cautelativa di 28 giorni dalle donazioni, oppure l’effettuazione del test NAT (amplificazione degli acidi nucleici), che consente di individuare nel sangue la presenza del virus.

Le misure si rendono necessarie per garantire la sicurezza delle trasfusioni ed evitare che il virus venga trasmesso attraverso il sangue donato. Per i cittadini provenienti da Stati Uniti e Canada, le restrizioni rimangono attive per l’intero anno, indipendentemente dal periodo di soggiorno.

Il virus West Nile, isolato per la prima volta nel 1937, è trasmesso dalle zanzare e i suoi effetti possono variare da sintomi lievi, simili a quelli influenzali, fino a gravi complicazioni neurologiche, soprattutto nei soggetti anziani o con fragilità pregresse.

Gli ultimi due decessi registrati in Italia hanno riguardato un uomo di 74 anni ricoverato all’Ospedale del Mare di Napoli, e un 86enne deceduto a Latina. Entrambi presentavano quadri clinici complessi e sono morti dopo un rapido peggioramento delle condizioni. Al momento il bilancio nazionale sale così a sei vittime: una in Piemonte, tre nel Lazio e due in Campania.