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Veneto
30.07.2025 - 11:18
VENEZIA - Non serve una palude remota né una foresta tropicale. Per dare vita a una zanzara, può bastare un tappo di bottiglia pieno d’acqua stagnante. E in un’estate come quella in corso, segnata da caldo e umidità diffusi, il rischio che questo minuscolo “incubatore” si trasformi in un focolaio di infezione è più reale che mai. Non è allarmismo, ma scienza: lo conferma Spinello Antinori, infettivologo e docente all’Università degli Studi di Milano, che avverte come “alcune zanzare non si limitino a pungere, ma siano ormai vettori consolidati di virus anche in Italia”.
Non a caso, i dati dell’Istituto Superiore di Sanità parlano chiaro: 83 i casi confermati di Dengue in Italia nel primo semestre del 2025, di cui uno autoctono, cioè non importato da viaggi. Stessa situazione per la Chikungunya, con 51 casi confermati, anche in questo caso uno autoctono. E preoccupa ancora di più il West Nile virus, con 32 infezioni registrate fino al 23 luglio, oltre venti delle quali in provincia di Latina. Il Ministero della Salute ha incluso l’Italia tra le aree a rischio per la trasmissione autoctona di virus un tempo tropicali. Una realtà ormai stabile: il virus del Nilo, ad esempio, è endemico da oltre quindici anni nel nostro Paese.
“Il cambiamento climatico e la globalizzazione – spiega Antinori – hanno modificato la mappa del rischio: non serve più andare lontano per imbattersi in malattie esotiche”. Le zanzare si adattano bene agli ambienti urbani e domestici, e la zanzara tigre è ormai ovunque, dalle campagne ai terrazzi di città. Proprio da questi ultimi sono partiti alcuni dei focolai di dengue autoctona registrati negli ultimi anni in Emilia-Romagna, Marche e Lombardia. Bastano sottovasi pieni, grondaie o giochi da giardino dimenticati al sole. L’acqua stagnante si trasforma così in un perfetto vivaio, dove una zanzara può deporre le uova e riprodursi in meno di una settimana.
Da oltre sessant’anni SC Johnson, azienda produttrice di repellenti come Autan, si occupa di ricerca entomologica e, con il supporto del proprio Center for Insect Science for Family Health, ha diffuso una serie di indicazioni preventive per limitare la proliferazione e ridurre il rischio di punture, che oltre al fastidio possono trasmettere malattie.
Ma più dei consigli tecnici, è la voce della comunità scientifica a suonare l’allarme: “La prevenzione è il miglior alleato per un’estate serena – ricorda Antinori –. Basta poco per trasformare un balcone in un focolaio. Ed è per questo che è fondamentale proteggersi non solo nei viaggi, ma anche sotto casa”.
Nel frattempo, la mappa del rischio si aggiorna. Le zanzare non fanno differenze tra città e campagna, e la convivenza con il rischio virale è destinata a diventare strutturale, specialmente nei mesi estivi. Gli esperti raccomandano di non abbassare la guardia, evitare ristagni d’acqua, utilizzare correttamente i repellenti e fare attenzione anche agli abiti: maniche lunghe, tessuti chiari e leggeri sono un semplice scudo in più.
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