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Infortuni mortali sul lavoro in Veneto: +82% nei primi sei mesi del 2025

I dati dell'Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering

Infortuni mortali sul lavoro in Veneto: +82% nei primi sei mesi del 2025

VENEZIA -  Nei primi sei mesi del 2025, il Veneto registra un drammatico aumento delle morti sul lavoro, con 51 decessi totali, quasi il doppio rispetto ai 28 dello stesso periodo del 2024. Il 40% delle vittime è rappresentato da lavoratori stranieri. La regione si posiziona seconda in Italia per numero di incidenti mortali, dietro solo alla Lombardia. Verona guida la classifica provinciale per numero di vittime, seguita da Padova, Vicenza, Treviso, Venezia e Rovigo. Complessivamente, il Veneto si conferma in “zona arancione” nella mappatura del rischio, con un’incidenza di mortalità superiore alla media nazionale; Vicenza e Rovigo invece risultano in “zona rossa” per l’elevato tasso di mortalità.

“Il primo semestre del 2025 si chiude con un bilancio inaccettabile per il Veneto: +82% di decessi rispetto al 2024, con 51 morti sul lavoro,” commenta Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre. “A queste tragedie si sono aggiunte le ultime due vittime di lunedì a Santa Maria di Sala, probabilmente decedute per esalazioni durante un intervento di bonifica in una fossa biologica. Un incidente che si sarebbe potuto evitare. Nonostante il nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione in materia di sicurezza, gli investimenti rimangono insufficienti. Serve una maggiore attenzione alla formazione, con campagne di sensibilizzazione e controlli più rigorosi.”

Secondo i dati di giugno 2025, il rischio di infortunio mortale in Veneto è di 16,1 morti per milione di occupati, superiore alla media nazionale di 15,1. La regione si colloca in “zona arancione”, indicativa di un rischio sopra la media. Nel dettaglio, Vicenza (20,5) e Rovigo (20,0) rientrano nella più critica “zona rossa”, mentre Padova (18,0), Venezia (16,3) e Verona (16,1) si trovano in “zona arancione”. Treviso è in “zona gialla” (12,5), mentre Belluno è in “zona bianca” non avendo registrato vittime.

Le denunce totali di infortunio sono cresciute leggermente, passando da 35.728 nel giugno 2024 a 36.202 a giugno 2025. Padova guida la classifica provinciale con 7.201 denunce, seguita da Verona (7.148), Vicenza (6.761), Treviso (6.501), Venezia (6.085), Belluno (1.421) e Rovigo (1.085).

Le donne lavoratrici hanno presentato 12.380 denunce di infortunio, di cui 9.890 in occasione di lavoro; gli uomini sono stati 23.822 (21.000 in occasione di lavoro). Le vittime femminili sono state 4, di cui 2 sul lavoro e 2 in itinere. I lavoratori stranieri, che rappresentano una quota rilevante del fenomeno, hanno denunciato 9.185 infortuni (7.747 in occasione di lavoro) e purtroppo sono 21 le vittime straniere, di cui 14 sul lavoro.

Il settore delle Attività Manifatturiere è quello con il maggior numero di infortuni denunciati in occasione di lavoro (6.352), seguito da Costruzioni (2.192), Commercio (1.915), Trasporti e Magazzinaggio (1.704) e Sanità (1.641).

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti sul lavoro ogni milione di occupati in una determinata area, permettendo così un confronto tra regioni con popolazioni lavorative diverse.

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