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Veneto
06.08.2025 - 16:42
VENEZIA - La nuova proposta della Politica Agricola Comune 2028–2034, attualmente al vaglio della Commissione europea, rischia di colpire duramente l’agricoltura veneta e nazionale. A denunciarlo con forza è l’assessore regionale all’Agricoltura Federico Caner, che definisce le misure in discussione «miopi e inaccettabili», in particolare per quanto riguarda l’esclusione dei pensionati attivi dai contributi diretti e il drastico taglio di risorse previsto a livello continentale.
«Ancora una volta Bruxelles prende di mira il mondo agricolo con provvedimenti che ignorano completamente la realtà dei nostri territori – attacca Caner –. Parliamo di una proposta che sottrae quasi 90 miliardi alla PAC, smantella il sistema a due pilastri e introduce un fondo unico nazionale dai contorni ancora incerti. Una riforma che, se approvata in questi termini, metterebbe in ginocchio migliaia di aziende, soprattutto quelle a conduzione familiare».
A preoccupare è soprattutto la previsione di escludere dagli aiuti diretti i coltivatori over 65, anche se ancora pienamente attivi: una fetta importante del comparto, specie in Veneto. Secondo i dati regionali, infatti, su 55mila domande di contributo ben 23mila provengono da agricoltori pensionati, pari a oltre il 40% dei beneficiari. Il taglio dei sostegni a questa categoria rappresenterebbe una perdita stimata in circa 40 milioni di euro l’anno solo per il Veneto.
«È un errore gravissimo – incalza l’assessore – che si giustifica con il bisogno di favorire il ricambio generazionale, ma senza proporre strumenti reali per accompagnare i giovani. È facile tagliare, più difficile costruire alternative sostenibili. Così si penalizzano i presìdi rurali e si mettono a rischio intere comunità».
I numeri dell’Istat confermano le dimensioni del fenomeno: in Veneto ci sono oltre 132mila pensionati agricoli, con una pensione media mensile di appena 885 euro. Spesso si tratta di piccoli imprenditori che, nonostante l’età, continuano a lavorare per garantire la sopravvivenza delle loro aziende.
«Il pericolo è l’effetto domino – avverte Caner –: le aziende chiudono, i giovani non subentrano perché l’agricoltura non è più sostenibile, e intanto si aprono le porte a modelli alternativi che nulla hanno a che fare con la nostra tradizione: cibo sintetico, speculazioni fondiarie, manodopera a basso costo da Paesi terzi».
Quanto agli incentivi annunciati dalla Commissione per i giovani agricoltori, Caner è netto: «Promettere 3mila euro all’anno per chi coltiva prodotti di nicchia è una presa in giro. La Commissione dice di voler sostenere il ricambio generazionale, ma nei fatti sta solo smantellando l’agricoltura di prossimità».
La Regione Veneto, assicura l’assessore, non resterà a guardare: «Siamo al fianco dei nostri agricoltori e faremo sentire la nostra voce anche in sede europea. Serve un’inversione di rotta, prima che sia troppo tardi per salvare il futuro del nostro settore primario».
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