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I dati

Pesca del pesce azzurro crescono i numeri a Chioggia e nel Delta del Po

Gli incassi dalle alici sono saliti del 21,5% a 2,2 milioni di euro

Pesca del pesce azzurro crescono i numeri a Chioggia e nel Delta del Po

VENEZIA - Veneto protagonista nella pesca del pesce azzurro in Adriatico, con un aumento significativo delle catture di alici e sardine nel 2024. Secondo il report pubblicato da Veneto Agricoltura, i pescherecci della regione hanno pescato complessivamente 5.550 tonnellate di alici, segnando un +23,2% rispetto al 2023, e 2.307 tonnellate di sardine, con un incremento del 13,6%.

Nonostante i numeri non raggiungano ancora i livelli del 2013, anno in cui si erano registrate 5.604 tonnellate di alici e 4.830 di sardine, il Veneto consolida la sua posizione di primo produttore di piccoli pelagici nell'Adriatico, davanti a regioni come Emilia Romagna, Marche e Abruzzo.

Il maggior volume di prodotto pescato ha avuto riflessi positivi anche sul fronte economico: i mercati di Chioggia e Pila-Porto Tolle hanno registrato aumenti degli incassi, con Chioggia che ha guadagnato 2,2 milioni di euro dalle alici (+21,5%) e 1,6 milioni dalle sardine (+14,3%). A Pila, l'incremento maggiore si è avuto sulle sardine (+45,9%), mentre le alici hanno avuto un aumento più contenuto (+4,7%).

Elemento fondamentale di questo successo è la flotta peschereccia veneta, la più numerosa dell'Adriatico con 22 imbarcazioni autorizzate alla pesca dei piccoli pelagici, pari al 29% del totale, seguita da Emilia Romagna e Marche. Tuttavia, il numero delle "volanti" venete è in diminuzione: si è passati da 41 nel 2017 a 22 nel 2024, un calo che rispecchia una tendenza generale lungo tutta la costa adriatica.

A questo si sommano le crescenti difficoltà economiche e operative, con un aumento dei costi di gestione di circa 20.000 euro per coppia di imbarcazioni rispetto al 2017, mentre le giornate di pesca annuali sono diminuite da 160 a 147.

"Un tempo la pesca del pesce azzurro, molto abbondante sulle coste venete e dell'alto Adriatico, alimentava laboratori e piccole imprese locali, adibite a salagione e marinatura - le parole dell'assessore regionale a caccia e pesca, Cristiano Corazzari. Una vera e propria filiera nella quale spesso venivano impiegate anche le donne. Questa storica attività di pesca è ora praticata da un numero ridotto di unità ma, nonostante ciò, i dati sono di assoluto rilievo: con oltre 8mila tonnellate, il Veneto si conferma tra le regioni più produttive dell'Adriatico. Si tratta di numeri che dobbiamo accogliere con grande orgoglio, perché mantenere questa attività di pesca vuol dire tenere vive tradizione, storia e passione per il mare. Anche se il mestiere del pescatore è sempre più difficile da intraprendere, produce un valore significativo per la regione e rimane radicato nelle nostre marinerie come un prezioso patrimonio".

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