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DAL MONDO
06.08.2025 - 16:32
VENEZIA - Mentre nella sede delle Nazioni Unite proseguono i negoziati per il trattato globale contro l'inquinamento da plastica, c’è anche un pezzo d’Italia a rappresentare la voce delle comunità e dei volontari. È Plastic Free Onlus, unica associazione italiana presente ufficialmente ai lavori con lo status di osservatore riconosciuto dall’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente), che chiede un accordo vincolante, coraggioso e strutturale.
«Non basta più occuparsi della plastica solo quando è già diventata rifiuto», afferma Luca De Gaetano, fondatore e presidente dell’associazione. «Questo trattato non deve solo gestire l’inquinamento: deve fermarlo». Il messaggio è chiaro e diretto: se non si interviene a monte, sul ciclo produttivo, la crisi plastica non potrà mai essere risolta.
Tra le principali richieste avanzate da Plastic Free c’è l’introduzione di un tetto globale e obbligatorio alla produzione di plastica vergine, misura giudicata essenziale per contrastare un’emergenza ambientale che si è trasformata anche in problema sanitario e sociale. Un altro punto fermo è il divieto reale – e non facoltativo – dei prodotti in plastica monouso, considerati tra i principali responsabili dell’inquinamento diffuso.
Nata nel 2019, Plastic Free è cresciuta rapidamente fino a diventare una delle realtà più attive nel panorama internazionale: oltre 260mila volontari in più di 30 Paesi, 8.700 eventi di pulizia ambientale organizzati e 4,6 milioni di chili di plastica e rifiuti rimossi. Numeri importanti, accompagnati da migliaia di incontri educativi nelle scuole e nei territori.
Ma non basta. L'associazione chiede ora un impegno concreto sul piano politico e internazionale. «Serve una regolamentazione globale – spiega De Gaetano – perché le norme frammentate dei singoli Stati non sono più sufficienti. Abbiamo bisogno di un'azione condivisa e incisiva».
Al centro della proposta anche il tema della giustizia sociale. Plastic Free insiste sulla necessità di garantire una transizione giusta, che non lasci indietro le comunità più vulnerabili, spesso escluse dai processi decisionali e dai benefici delle politiche ambientali.
Secondo De Gaetano, oggi la plastica è ovunque: «Nei polmoni, nel cervello, nel sangue, perfino nei bambini non ancora nati. Vogliamo davvero un mondo in cui vivere significa ammalarsi?». E conclude con un appello: «Forse non riusciremo mai a ripulire il mondo, ma possiamo smettere di sporcarlo. È il momento di scrivere un trattato per cui le generazioni future ci ringrazieranno, non uno che dovranno riscrivere».
La delegazione presente a Ginevra è composta, oltre che da De Gaetano, dal direttore generale Lorenzo Zitignani e dalla Global Strategy Director Silvia Pettinicchio.
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