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IL CASO
11.08.2025 - 11:38
CHIOGGIA - Discarica di Val da Rio ancora al centro dell'attenzione. L'area chiusa da oltre quarant’anni e interessata da una bonifica iniziata nel 2019 ma poi interrotta dopo il ritrovamento di amianto nel terreno. Il sito, inserito dall’Unione Europea tra quelli da mettere in sicurezza entro la fine del 2025 per evitare sanzioni all’Italia, è oggi al centro di nuove preoccupazioni.
Secondo la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Erika Baldin, nei giorni scorsi le operazioni di livellamento preliminari al “capping” – il rivestimento superficiale della discarica considerato alternativa alla bonifica integrale – avrebbero sollevato polveri potenzialmente contaminate da asbesto. Un fatto che ha allarmato cittadini e ambientalisti, sia per la salute degli addetti ai lavori, sia per i residenti e l’ambiente circostante.
A tal proposito, Baldin annuncia che depositerà un'interrogazione alla Giunta di palazzo Balbi, sperando in una risposta urgente.
"Chiedo ufficialmente alla Regione -spiega l'esponente del M5S- che tramite i servizi di ARPAV e ULSS faccia conoscere quali controlli sono stati effettuati in materia nel sito, nonché quali garanzie esistono per il personale operativo e per la popolazione, dal momento che l'ubicazione non è distante dai centri abitati, dalle attività e dalle scuole prossime a riaprire. Inoltre vorrei sapere se è stata almeno programmata la decoibentazione della zona, anche successivamente alla fine dell'anno in corso, ovvero il limite entro il quale scatterebbero ingenti sanzioni", conclude Erika Baldin.
Nei giorni scorsi erano intervenuti anche le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Fiadel, che in una nota congiunta hanno espresso «forte preoccupazione per il possibile rischio di contaminazione da fibre di amianto" nei cantieri di Veritas all’Ecocentro e alla Stazione di travaso, posti a ridosso della discarica. I sindacati segnalano che la stessa Veritas, "in via cautelativa", ha adottato misure preventive per la sicurezza dei lavoratori e diffidato la ditta incaricata di proseguire fino a verifiche tecniche e ambientali definitive. "Abbiamo chiesto un intervento immediato di ARPAV e SPISAL – prosegue la nota – per rilievi accurati e garanzie sul rispetto delle normative. Non sono ammissibili dubbi su un rischio amianto. Il sindaco tuteli lavoratori e cittadini, garantendo trasparenza e tempestività nelle informazioni".
Il consigliere regionale e comunale del Pd, Jonatan Montanariello, aveva chiesto sindaco Mauro Armelao di "fermare subito i lavori. La presenza di amianto, confermata dall’amministrazione, impone un intervento urgente per la salute pubblica. Mi sto attivando con i direttori di ULSS 3 e ARPAV per un immediato interessamento".
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Il sindaco Armelao aveva replicato confermando un sopralluogo personale: "Se rileverò anche solo un minimo pericolo, informerò subito il commissario nazionale alle bonifiche. L’amianto trovato è sparso ovunque e la bonifica integrale avrebbe costi insostenibili rispetto ai fondi stanziati. L’Europa chiede di completare bonifica o messa in sicurezza entro il 2025, e si procederà con il sarcofago. Gli operai stanno lavorando adottando tutte le accortezze, bagnando la zona per azzerare il rischio polveri".
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