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LA CAMPAGNA

Bambini in acqua: il decalogo che salva la vita

Su 330 morti l’anno in Italia, 12% minori

Bambini in acqua: il decalogo che salva la vita

VENEZIA -  Quanto tempo serve a un bambino per sparire sott’acqua? Meno di quanto pensiamo: talvolta bastano 20 secondi, e spesso in silenzio. È uno dei messaggi al centro del video educativo dell’Istituto Superiore di Sanità, nato per fermare una scia di incidenti in piscina sempre più frequenti.

In Italia si stimano circa 330 morti per annegamento ogni anno. Il 12% delle vittime ha meno di 18 anni.Dal 2017 al 2021 (Istat) sono morte annegate 1.642 persone: 206 avevano tra 0 e 19 anni (12,5%), una media di circa 41 decessi l’anno tra bambini e adolescenti. L’81% delle vittime è maschile.

In piscina, oltre la metà dei decessi riguarda bambini fino a 12 anni. A livello globale, già nel 2014 l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato il primo rapporto organico sul fenomeno, sottolineandone la prevenibilità.

Luoghi “sicuri” per definizione, le piscine possono trasformarsi in trappole se la vigilanza cala anche per un istante. Contesto domestico o turistico, presenza di altri adulti, bassa profondità: fattori che inducono a una falsa sicurezza, dove maturano molti errori di sorveglianza.

Falsi miti da evitare

  • “Se è vicino, lo vedo”: l’annegamento spesso è silenzioso, non somiglia ai film. Niente urla, pochi spruzzi.
  • “Sa stare a galla”: saper nuotare non equivale a essere al sicuro, specie nei più piccoli.
  • “Ci sono i braccioli”: gli ausili gonfiabili non sostituiscono dispositivi certificati né la supervisione.
  • “Basta un minuto di telefono”: in 20 secondi un bambino può sparire sotto il pelo dell’acqua.

Visibilità in acqua: perché conta

Il colore del costume non è solo estetica: tonalità ad alta visibilità e ben contrastanti rispetto al fondo della piscina o del mare possono rendere un bambino più facilmente individuabile, specie con luce variabile o acqua poco trasparente. Non è una soluzione miracolosa, ma un tassello in più della sicurezza, utile in piscine affollate o con fondali scuri.

Dieci comportamenti chiave

  1. Supervisione a portata di braccio: con i più piccoli, un adulto deve poterli raggiungere immediatamente.
  2. Sorveglianza attiva: occhi sull’acqua, niente smartphone o letture quando i bambini sono in piscina.
  3. Regole chiare prima del bagno: no a tuffi in acque basse, corse sul bordo, spintoni o giochi che impediscano di respirare.
  4. Barriere e chiusure sicure: piscine domestiche recintate su tutti i lati, con accessi bloccati ai minori.
  5. Ausili, non sostituti: braccioli e ciambelle non rimpiazzano giubbini certificati e, soprattutto, la presenza di un adulto.
  6. Lezioni di nuoto e competenze in acqua: adeguate all’età, senza usarle come alibi per allentare la vigilanza.
  7. Ambiente sotto controllo: acqua limpida, bordo libero da ostacoli, presenza del bagnino dove previsto.
  8. Attenzione a stanchezza e freddo: pause frequenti, idratazione e uscita dall’acqua ai primi segnali di affaticamento.
  9. Piano d’emergenza in mente: sapere dove sono salvagente, asta, defibrillatore; tenere a portata il 112.
  10. Alta visibilità: costumi e accessori dai colori facilmente individuabili in acqua e rispetto al fondale.

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