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Scuole senza smartphone: da settembre scatta il divieto. Ecco come cambiano regole e sanzioni

Consegna all’ingresso, armadietti e sospensioni fino a 15 giorni

Scuole senza smartphone: da settembre scatta il divieto. Ecco come cambiano regole e sanzioni

VENEZIA - Suonerà la prima campanella e, insieme ai quaderni, molti studenti lasceranno anche il telefono. La circolare del ministero dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è diventata regolamento in centinaia di istituti: da settembre il divieto di smartphone in classe sarà operativo ovunque. Stesso principio, applicazioni diverse: ogni scuola, in nome dell'autonomia, ha cucito su misura le proprie regole. Il risultato è un “modello calcistico” di sanzioni progressive, armadietti all’ingresso, consegne alla prima ora e un messaggio chiaro: a lezione si sta senza cellulare, smartwatch compresi dove espressamente previsto.

Il divieto di uso dei cellulari in classe, introdotto dalla circolare di Valditara, entra nel regolamento interno degli istituti. - Spetta alle scuole definire come farlo rispettare: raccolta dei dispositivi, custodia in armadietti, controlli durante verifiche, sanzioni graduate in base a gravità e recidiva. - Dove indicato, il divieto si estende anche agli smartwatch.

C'è anche chi sceglie di lasciare il cellulare visibile ma non usato con un primo richiamo verbale, poi annotazione. La recidiva diventa nota disciplinare, con effetti sulla valutazione del comportamento.

In alcuni istituti, ad esempio, gli smartphone andranno consegnati spenti alla prima ora e restituiti solo a fine giornata. Nei rientri pomeridiani, raccolta all’inizio della sesta ora. In gita gli studenti tengono il telefono spento sotto propria responsabilità e fuori dalle attività didattiche. Stop anche agli smartwatch. Le sanzioni? prima annotazione sul registro, poi convocazione della famiglia, quindi sospensione da 1 a 2 giorni in caso di ulteriore violazione. Altri licei opteranno per un percorso progressivo simile, con ammonimenti scritti, note e convocazioni dei genitori; nei casi più gravi possibile allontanamento fino a 15 giorni. Altri ancora utilizzeranno armadietti dedicati per custodire i telefoni durante l’orario scolastico.

Il filo rosso che unisce i regolamenti è la progressività: non tutte le infrazioni hanno lo stesso peso e la risposta cresce con la gravità e la recidiva. È una logica che prova a conciliare ordine in classe e responsabilizzazione degli studenti: non un “grande no” punitivo, ma un percorso che dà avvertimenti chiari, coinvolge le famiglie e prevede sospensioni quando la condotta mina il lavoro didattico o la privacy (come nel caso di foto e video diffusi online). La differenza la fanno gli strumenti: c’è chi punta sulla prevenzione (consegna e armadietti), chi sul controllo durante le lezioni, chi lega le conseguenze alla vita scolastica allargata (viaggi e attività). In tutti i casi, l'obiettivo è ristabilire un ambiente di apprendimento sereno, senza rinunciare alla tecnologia in sé, ma separandola dai tempi della didattica.




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