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Tartarughe e cetacei spiaggiati, arriva il protocollo per tutelarli

Una gestione coordinata di spiaggiamenti e protezione dei nidi lungo le coste

Tartarughe e cetacei spiaggiati, arriva il protocollo per tutelarli

VENEZIA - L’assessore regionale ai Parchi e alla Pesca, Cristiano Corazzari, ha presentato il nuovo Protocollo per la gestione di tartarughe marine e cetacei spiaggiati e dei possibili nidi di Caretta caretta lungo le coste del Veneto, approvato con delibera di Giunta. Il documento, aggiornabile ogni tre anni, risponde alle richieste del Ministero della Salute e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in attuazione della Rete nazionale degli spiaggiamenti dei mammiferi marini.

“Complici i cambiamenti climatici, con temperature marine più elevate, lungo il litorale veneziano tra Cavallino, Pellestrina e Chioggia sono in aumento i ritrovamenti di tartarughe e, in misura minore, di delfini spiaggiati – ha spiegato Corazzari -. Da gennaio 2025 sono state rinvenute 12 tartarughe vive, 99 tartarughe morte e 9 delfini morti. Nel 2024 i dati parlavano di 111 tartarughe morte e 8 delfini, mentre nel 2020 erano 87 tartarughe e 12 delfini. Con l’approvazione di questo protocollo, il Veneto compie un passo avanti fondamentale nella salvaguardia del nostro patrimonio naturale.”

Il protocollo rappresenta uno strumento innovativo per il coordinamento delle attività di tutela della biodiversità marina, sviluppando procedure complete per:

  • la gestione degli spiaggiamenti di grandi vertebrati marini, sia vivi sia deceduti;

  • la protezione dei nidi di Caretta caretta, con monitoraggio dei litorali idonei, identificazione delle aree, sorveglianza e supporto alla schiusa;

  • il trasferimento sicuro delle carcasse a strutture di studio o smaltimento;

  • l’intervento tempestivo sugli animali in difficoltà o catturati accidentalmente.

Il protocollo nasce dalla collaborazione tra Università degli Studi di Padova, ARPAV, Ente Parco Naturale Regionale Veneto del Delta del Po, Comuni costieri, Capitanerie di Porto, musei naturalistici e centri di recupero, e si inserisce nel percorso avviato dalla Regione con l’istituzione di un HUB della fauna selvatica terrestre e marina nel Delta del Po e la partecipazione a progetti strategici europei, come Interreg POSEIDONE, dedicati al monitoraggio e alla conservazione delle specie marine.

“Fino ad oggi, sulle coste venete si sono registrati solo due casi di nidificazione di tartarughe, entrambi nel 2021, a Jesolo e nel Delta del Po – ha aggiunto Corazzari -. Grazie a questo provvedimento, il Veneto si dota di uno strumento all’avanguardia per la gestione coordinata degli spiaggiamenti e la protezione dei nidi, rafforzando la rete interistituzionale e il proprio impegno per la sostenibilità ambientale. La Regione conferma così la sua vocazione a coniugare conservazione della natura, ricerca scientifica e sensibilizzazione delle comunità locali, valorizzando le coste venete come esempio di equilibrio tra tutela ambientale e fruizione responsabile.”

Corazzari ha sottolineato infine che queste attività vengono realizzate senza arrecare danno alla pesca, garantendo che le operazioni di protezione non interferiscano con le attività dei pescatori.

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