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ITALIA
19.08.2025 - 13:52
VENEZIA - Due decessi in poche ore, da Olbia a Genova, riportano il taser al centro della scena pubblica. Martedì 19 agosto 2025, mentre il Paese si interroga sull’uso della pistola a impulsi elettrici, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi rompe il silenzio: esprime cordoglio, difende l’operato delle forze dell’ordine e definisce il taser “uno strumento imprescindibile”, chiedendo che le morti non vengano “strumentalizzate”.
LE PAROLE DEL MINISTRO
“Chi, in maniera ideologica, critica l’utilizzo del taser deve tener presente che si tratta di uno strumento imprescindibile fornito agli agenti proprio per evitare l’uso di armi da sparo”, afferma Piantedosi. Il titolare del Viminale sottolinea che “le regole di ingaggio prevedono che venga usato soltanto quando ci si trova di fronte a soggetti violenti e aggressivi che rappresentano un concreto pericolo per i presenti”. Da qui la richiesta di rigettare “polemiche pretestuose, pregiudiziali e infondate” contro le forze di polizia, cui il Governo rivolge “gratitudine e completo sostegno”. E ancora: “Il profondo cordoglio per il decesso di due persone, dopo che era stato usato su di loro il taser, non deve essere strumentalizzato al solo fine di portare avanti l’ennesima campagna di antipatia verso i tutori dell’ordine”.
Il ministro richiama “le prime ricostruzioni”, che descrivono interventi dei Carabinieri in “situazioni estremamente difficili e rischiose” nelle due città. In entrambi gli episodi le persone sono decedute dopo l’impiego del taser. La sequenza precisa dei fatti e il nesso tra l’uso dello strumento e i decessi saranno oggetto delle verifiche dell’autorità giudiziaria.
Piantedosi rimette gli accertamenti alla magistratura: “L’autorità giudiziaria farà accertamenti e valutazioni, ma nulla può mettere in discussione professionalità, equilibrio e impegno delle forze di polizia”. Un passaggio che fissa il perimetro: massima collaborazione alle indagini, tutela della presunzione di correttezza operativa degli agenti, rifiuto di processi sommari nell’arena pubblica.
Sul piano politico, le frasi del ministro impostano il discorso su tre assi: sicurezza dei cittadini come priorità, uso del taser per ridurre il ricorso alle armi da fuoco, rigetto delle letture ideologiche. È un equilibrio delicato. La linea è di sostegno alle forze dell’ordine, senza sconti alle strumentalizzazioni; al tempo stesso, proprio l’annuncio di piena fiducia negli accertamenti giudiziari chiama in causa la necessità di trasparenza e di un’analisi rigorosa delle circostanze operative.
Nel richiamo del ministro alle regole d’uso c’è un punto chiave: il taser è previsto solo in presenza di soggetti violenti e aggressivi, quando il pericolo per i presenti è “concreto”. È su questa cornice che verranno valutati tempi, modalità e proporzionalità degli interventi, a partire dall’attivazione dello strumento fino all’assistenza immediata successiva.
Piantedosi parla di rispetto “non solo quando [gli operatori] sono loro stessi a rimanere vittime”, un messaggio di legittimazione istituzionale in una fase di forte esposizione mediatica. Per i cittadini, il segnale è duplice: conferma degli strumenti a disposizione degli agenti e rassicurazione che ogni passaggio sarà vagliato dai magistrati. Il dibattito resta aperto, ma si misura — per ora — con i fatti fin qui accertati e con le parole che ne delimitano il campo.
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