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Carceri: solo 30 agenti in arrivo, ma ne servono almeno 200

L'allarme dei sindacati che denunciano una cronica sotto-dotazione organica

Carceri: solo 30 agenti in arrivo, ma ne servono almeno 200

VENEZIA -  Il grido d’allarme arriva compatto dalle sigle sindacali del comparto penitenziario: il Triveneto è allo stremo, le carceri sono al collasso e l’assegnazione di appena 30 unità al distretto, in esito al 185° corso di formazione per Agenti e Assistenti di Polizia Penitenziaria, viene definita senza mezzi termini una provocazione.

Le Organizzazioni Sindacali, riunite in un comunicato congiunto, sottolineano come da anni il territorio sia vittima di una cronica sotto-dotazione organica. Un problema strutturale che, invece di trovare soluzione, si aggrava con le nuove aperture, le ristrutturazioni e i turni di servizio ormai organizzati su tre quadranti da otto ore, che richiedono un numero di risorse ben superiore a quelle effettivamente disponibili. Le piante organiche sono state aggiornate, denunciano i sindacati, ma rimangono puntualmente ignorate.

Il risultato, spiegano,  è drammatico: istituti penitenziari al collasso, personale stremato e diritti alla mobilità negati. Una situazione definita insostenibile, che impone un cambio di rotta immediato. Secondo i rappresentanti dei lavoratori, al Triveneto servono almeno 200 unità aggiuntive subito, non un contingente esiguo come quello appena previsto. E non basta. Per le sigle sindacali è urgente una revisione radicale dei criteri di assegnazione, che devono basarsi su dati reali e non su logiche considerate incomprensibili e penalizzanti per i territori già in difficoltà.

Sul tavolo anche la questione della mobilità: i sindacati chiedono l’apertura immediata di un confronto nazionale e regionale che ponga al centro le aree più sofferenti, garantendo regole chiare e trasparenti per il personale. Senza risposte concrete e tempestive, avvertono le organizzazioni, si è pronti a mettere in campo tutte le azioni necessarie per difendere i lavoratori e garantire la tenuta dei servizi.

“Il silenzio non è più accettabile – scrivono le sigle SAPPE, SINAPPE, OSAPP, UILPA, USPP e FNS CISL –. Il Triveneto merita rispetto, risorse e ascolto”.

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