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Braccialetto elettronico per i borseggiatori recidivi. Zaia: "pronti a comprarli"

Daspo da San Marco e progetto pilota finanziato dalla Regione

Braccialetto elettronico per i borseggiatori recidivi. Zaia: "pronti a comprarli"

VENEZIA - Sicurezza a Venezia, Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, propone l’applicazione del braccialetto elettronico ai borseggiatori recidivi e annuncia la disponibilità a finanziare un progetto pilota per dotare le forze dell’ordine degli strumenti necessari. «Se uno è recidivo gli metti il braccialetto, così sappiamo dove va e magari gli diamo un Daspo da piazza San Marco e dalle aree affollate», ha detto in conferenza stampa. E al Parlamento l’invito a intervenire: «Spero che il Parlamento affronti questo tema».

Il cuore dell’iniziativa è l’uso del braccialetto elettronico per monitorare gli spostamenti dei borseggiatori recidivi, con la possibilità di disporre un Daspo dai luoghi più sensibili, a partire da piazza San Marco e dalle zone affollate. «Penso sia legittimo quando una persona vive di furti», ha aggiunto Zaia, definendo i borseggi non come “piccoli reati”, ma come «un sistema criminale che mina la sicurezza».

Zaia chiama in causa il Parlamento, rimarcando la necessità di un intervento normativo per rendere operativa la misura. L’impostazione è chiara: la cornice giuridica passa da Roma, ma il Veneto è pronto a fare la sua parte sul piano operativo e finanziario. Il tema si intreccia con la percezione di insicurezza nei luoghi simbolo della città e con la campagna elettorale ormai alle porte.

Alle obiezioni sulla disponibilità dei dispositivi, Zaia risponde con un impegno diretto: «Mi sono sentito dire che di braccialetti ce ne sono pochi: li compriamo noi. Siamo pronti a finanziare un progetto sperimentale, mettendo a disposizione i fondi per i dispositivi». L’obiettivo dichiarato è avviare rapidamente una sperimentazione, testando sul campo efficacia e sostenibilità del modello.


Il governatore richiama l’evoluzione tecnologica come leva per il controllo: «Oggi giriamo con anelli che ci danno i dati sul nostro stato di salute», osserva, sottolineando come strumenti analoghi potrebbero essere impiegati per la sicurezza urbana. Sul fronte istituzionale, Zaia vede un fronte favorevole: «Se servono braccialetti, li compreranno gli enti locali. I sindaci sono favorevoli a questa misura».

L’attenzione si concentra su Venezia, in particolare sulle aree ad alta densità turistica come piazza San Marco. Il combinato tra braccialetto elettronico e Daspo mira a tutelare i flussi e a rafforzare la percezione di controllo nei punti più esposti. L’impostazione proposta intreccia prevenzione e tracciabilità, puntando a tenere lontani i recidivi dai luoghi più affollati.


La road map indicata da Zaia passa da un chiaro via libera parlamentare e dalla definizione dei criteri di applicazione: chi rientra nella categoria dei recidivi, quali aree verranno interdette, come si coordineranno Regione, sindaci ed enti locali nell’acquisto e nella gestione dei dispositivi. Il governatore rivendica «la legittimità» dell’impostazione e mette sul tavolo risorse e sperimentazione; ora la palla passa alla politica nazionale.

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