Cerca

SALUTE

Chikungunya, ben17 contagi a Verona

Bisogna agire in primavera per evitare l'esplosione ad agosto

Dal sindaco, appello ai cittadini per combattere le zanzare

La curva dei contagi di Chikungunya nel Veronese continua a salire. Da lunedì i casi complessivi sono 17, con un balzo di altri 5 positivi nel solo fine settimana. Il virus, trasmesso dalla zanzara tigre, ha preso casa nella provincia e si muove tra quartieri, frazioni e comuni diversi, mostrando quanto siano fragili le difese se la prevenzione arriva tardi.

 Sant’Ambrogio di Valpolicella resta l’epicentro con 10 casi, dopo la positività di una donna di 38 anni emersa domenica. - Nuove positività sono comparse anche lontano dal focolaio di Domegliara (frazione di Sant’Ambrogio): una donna di 40 anni a Dossobuono, frazione di Villafranca, e un ragazzo di 20 anni a Corrubbio di Negarine, frazione di San Pietro in Cariano. - Tutti i pazienti, riferiscono le autorità, stanno bene e stanno trascorrendo il decorso a domicilio. - Nel resto del Veneto, ad oggi, non risultano altri contagi: il Veronese è l’unica area regionale interessata.


Grazie alle date di notifica della Direzione Prevenzione della Regione Veneto è possibile ricostruire la “marcia del virus”: - 5 agosto: primo caso, un 64enne ad Arbizzano. - 7 agosto: due positivi, una coppia ad Affi. - 9 agosto: un 69enne di Borgo Venezia, contagiato da una puntura lungo il lungadige a Parona. - 14 agosto: nuova positività a Parona. - 20-29 agosto: incremento rapido a Sant’Ambrogio, fino a quota 10 registrata domenica 31 agosto. Sebbene l’origine del cluster sembri partire da Parona, oggi il virus circola in punti molto distanti della provincia.


Il virologo Roberto Burioni, in un post pubblicato lunedì, conferma il quadro nazionale: sono 80 i casi di Chikungunya accertati in Italia, distribuiti in tre province con focolai autoctoni — Modena, Como e Verona. E lancia un avvertimento che suona come una linea guida di sanità pubblica: “Anche quest’anno saremo probabilmente salvati dall’arrivo del freddo autunnale. Ma non possiamo fare conto solo sulla fortuna e sulla speranza che questi virus arrivino in agosto e non in giugno. Dobbiamo smettere di rincorrere il problema delle zanzare in agosto e, come fanno in molti Paesi, affrontarlo con mezzi adeguati a partire dalla primavera”.

La zanzara tigre, vettore della malattia, prolifera in più aree urbane e periurbane, facilitando la diffusione del contagio tra comuni e frazioni. - L’andamento a “macchia di leopardo” (Arbizzano, Affi, Borgo Venezia, Parona, Sant’Ambrogio, Dossobuono, Corrubbio di Negarine) mostra quanto sia determinante la prevenzione strutturale e tempestiva, rispetto agli interventi emergenziali. - La speranza nel “raffreddamento” stagionale, pur verosimilmente utile a frenare il vettore, non può sostituire una strategia di controllo programmata, capillare e continuativa.


Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400