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IL COMMENTO
02.09.2025 - 12:19
CAVARZERE - Nuove proteste e preoccupazioni sul fronte pensionistico. Lo Spi Cgil di Cavarzere si aggrega all’appello del sindacato pensionati italiani Metropolitano Venezia e denuncia con forza le ultime proposte del governo in materia di flessibilità pensionistica, definite dal sindacato “un attacco ai diritti dei lavoratori”.
Al centro della polemica c’è l’idea di utilizzare il Trattamento di Fine Rapporto (Tfr) dei lavoratori per consentire l’anticipo della pensione a partire dai 64 anni, con almeno 25 anni di contributi, e con il calcolo basato esclusivamente sul sistema contributivo. La proposta, già illustrata dal sottosegretario Durigon, secondo la Cgil rappresenta una violazione dei diritti acquisiti: il Tfr non è un fondo disponibile a piacimento ma parte integrante della retribuzione differita dei lavoratori. Cgil sottolinea come, contrariamente alle promesse di abolizione della Legge Fornero, le politiche degli ultimi due anni abbiano invece peggiorato le condizioni per il pensionamento anticipato.
La flessibilità in uscita è stata progressivamente ridotta, con l’innalzamento della soglia economica necessaria per accedere alla pensione anticipata dal sistema contributivo: dal 2022 ad oggi, il limite è salito da 2,8 volte l’Assegno Sociale a tre volte, circa 1.600 euro, con una previsione di 3,2 volte, più di 1.700 euro, entro il 2030. Questo incremento di oltre 400 euro mensili rende praticamente impossibile il pensionamento a 64 anni per chi ha una carriera lavorativa normale, figuriamoci per chi ha avuto carriere discontinue, sempre più frequenti nel mercato del lavoro attuale. Il sindacato ricorda inoltre che già nel 2024 è stato introdotto l’adeguamento per “aspettativa di vita”, mentre ogni possibilità di flessibilità precedentemente prevista, come opzione donna o quota 102/103, è stata progressivamente cancellata.
I dati Inps confermano un calo drastico dei pensionamenti anticipati, ridotti del 75% negli ultimi anni. Parallelamente, le misure sul potere d’acquisto dei pensionati sono risultate inefficaci, con tagli alla perequazione per oltre dieci miliardi in tre anni. Cgil definisce “profondamente sbagliata” l’idea di utilizzare il Tfr per finanziare la flessibilità in uscita, destinata a pochi lavoratori e praticamente irrealizzabile per le donne e per chi ha avuto carriere discontinue. L’aumento automatico dei limiti di età e anzianità, previsto a partire dal 2027, rappresenta un’ulteriore beffa, eredità del governo Berlusconi del 2010, e il sindacato annuncia battaglia affinché venga introdotta una vera riforma previdenziale, basata su equità, flessibilità reale e tutela del potere d’acquisto delle pensioni.
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