Armelao: "Chioggia trasforma la paura in speranza"

CHIOGGIA - «Questa è Chioggia: una città che sa stringersi attorno al dolore, che non si arrende di fronte alle difficoltà, che trasforma la paura in speranza e la speranza in lieto fine. Una comunità che risponde con amore e solidarietà». Con queste parole il sindaco Mauro Armelao ha salutato il ritrovamento del piccolo Lucky, il cagnolino scappato terrorizzato dopo la brutale aggressione subita dalla sua padroncina Monica.

Dopo oltre quarantotto ore di attesa e angoscia, la storia si è conclusa con l’abbraccio più atteso: Lucky è tornato tra le braccia della sua famiglia. Un epilogo che porta sollievo non solo ai suoi padroni, ma anche a un’intera città che in queste ore si è mobilitata senza sosta per aiutare nelle ricerche.

Il sindaco ha rivolto un ringraziamento particolare al personale sanitario della Casa di Riposo di Chioggia: sono stati loro, con attenzione e delicatezza, ad accorgersi del cagnolino nei pressi di un muretto di recinzione, riuscendo a trattenerlo nonostante fosse ancora tremante e spaventato. «Per Monica – ha sottolineato Armelao – rivedere il suo fedele compagno sarà la medicina più preziosa per dimenticare l’incubo vissuto. Per tutti noi è un segno di quanto la forza del cuore e l’unità possano vincere su tutto».

Un grazie sincero, nelle parole del sindaco, è andato anche alla SAV con i suoi droni, a Francesca con il cane molecolare, ai volontari dell’Associazione APA guidati da Loretta, e a tutti i cittadini che si sono messi in gioco, senza risparmiarsi, dedicando tempo e cuore pur di riportare Lucky a casa.

Il ritorno del cagnolino non è quindi solo una buona notizia, ma anche il simbolo della reazione corale di Chioggia di fronte a un evento traumatico. «Una storia che si conclude con un sorriso – ha detto ancora Armelao – perché Lucky è davvero fortunato: fortunato ad avere una famiglia che lo ama e una città intera che lo ha cercato».

E mentre Monica prosegue la sua convalescenza in ospedale, la presenza di Lucky accanto a lei diventa il segno più concreto di una speranza che ha trovato compimento.