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08.09.2025 - 18:22
Potrebbe essere peggiorata dalle piene di inquinamento organico di una settimana fa.
CHIOGGIA - Moria di vongole e pescatori in crisi: il Cogevo chiede aiuto al governo. Domani, martedì 9 settembre, una rappresentanza del Consorzio che riunisce oltre cento piccoli armatori specializzati nella pesca delle vongole di mare (Chamelea Gallina), comunemente chiamate lupini, incontrerà il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin. L’obiettivo: sollecitare un intervento urgente per salvare una specie decimata da una morìa avvenuta nel 2024, probabilmente legata a scarichi inquinanti provenienti dalle foci fluviali. Un ecosistema che, ormai, è costantemente sotto assedio. La situazione, già critica, potrebbe essere peggiorata ulteriormente una settimana fa, quando le piene hanno riversato in mare un’ondata di inquinamento organico. L’Arpav ha imposto il divieto di balneazione lungo la spiaggia dell’Isola Verde, poi revocato nel giro di 24 ore.
Tuttavia, oltre ai microrganismi patogeni, si teme che siano arrivate anche sostanze inorganiche simili a quelle che, l’anno scorso, hanno sterminato i molluschi seminati dai pescatori impegnati nella gestione sostenibile della Chamelea Gallina. Michele Boscolo Marchi, presidente del Cogevo di Chioggia, è convinto che la causa sia da ricercare proprio in queste sostanze. A peggiorare il quadro, la comparsa della mucillagine che ha inflitto un colpo mortale all’ambiente marino, già compromesso dalle acque inquinate provenienti dal Po, dall’Adige e dall’estuario del Brenta-Bacchiglione, durante la piena di fine maggio. I dati sono allarmanti. Boscolo Marchi ha denunciato che, già pochi giorni dopo le piogge torrenziali, grazie all’uso di droni subacquei, era stata rilevata la scomparsa dell’80% dei molluschi, ben prima dell’arrivo della mucillagine.
In assenza di studi specifici, i pescatori possono solo formulare ipotesi sull’origine delle sostanze tossiche. Per questo motivo, il consorzio chiede l’avvio immediato di ricerche scientifiche in grado di chiarire le cause della morìa. Il presidente ha sottolineato la necessità di porre fine all’impunità di chi inquina, siano essi grandi o piccoli soggetti. Le vongole non sono le uniche vittime: anche molte specie di molluschi non commerciabili, tipiche delle acque salmastre venete, risultano completamente azzerate. Boscolo Marchi ha evidenziato come questa morìa possa essere persino più grave di quella del 2010, quando la flotta lagunare raccolse appena 494 tonnellate di molluschi, contro le 2.916 del 2007. Dopo la crisi del 2010, gli armatori, impossibilitati a praticare altri tipi di pesca con le loro imbarcazioni, fondarono il Cogevo e investirono i propri risparmi nel ripopolamento della specie.
Tre anni fa, la situazione sembrava migliorare, ma una nuova morìa ha vanificato ogni sforzo. Ora, i pescatori confidano nel sostegno del governo, affinché si intensifichi la lotta all’inquinamento e si prevedano finanziamenti per la semina di novellame sufficiente a garantire la sopravvivenza della specie anche in caso di futuri eventi critici. Attualmente, le uniche vongole sopravvissute sarebbero quelle seminate al largo del Lido di Venezia.
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