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VENEZIA
13.09.2025 - 09:50
VENEZIA - Venezia torna capitale della narrativa: nella cornice del Teatro La Fenice, questa sera si assegna la 63ª edizione del Premio Campiello. Un palcoscenico simbolo della città e una posta in gioco che vale una “vera da pozzo”, emblema veneziano: cinque autori, cinque libri, un unico verdetto.
LA CERIMONIA
L’appuntamento è per sabato 13 settembre, a partire dalle 20.30, al Teatro La Fenice di Venezia. A condurre la serata sarà Giorgia Cardinaletti, giornalista Rai e volto del Tg1, affiancata da Luca Barbarossa, cantautore e conduttore, che arricchirà lo spettacolo con contributi musicali insieme alla Social Band. L’evento sarà trasmesso in diretta su Rai 5 (canale 23) e in streaming su RaiPlay.
I CINQUE FINALISTI
A contendersi il riconoscimento promosso dagli industriali del Veneto sono: - Wanda Marasco con Di spalle a questo mondo (Neri Pozza) - Fabio Stassi con Bebelplatz (Sellerio) - Monica Pareschi con Inverness (Polidoro) - Marco Belpoliti con Nord Nord (Einaudi) - Alberto Prunetti con Troncamacchioni (Feltrinelli) La sfida riunisce voci e cataloghi editoriali diversi, a testimoniare la vitalità del panorama letterario italiano: il Campiello conferma la sua vocazione a mettere in dialogo linguaggi e poetiche, nella città che più di ogni altra ha fatto della mescolanza una forma d’arte.
DOVE VEDERLO E COME SEGUIRLO
Oltre alla diretta su Rai 5 e allo streaming su RaiPlay, è stato annunciato che VeneziaToday.it seguirà la finale con aggiornamenti in tempo reale, segno di un’attenzione mediatica che punta a coinvolgere pubblico generalista e comunità dei lettori.
IL TALENTO GIOVANE: IL CAMPIELLO GIOVANI
Nella serata della vigilia, il premio dedicato agli autori tra i 15 e i 21 anni ha incoronato Giacomo Bonato, 17 anni, di Arquà Petrarca (Padova), vincitore della 30ª edizione del Campiello Giovani con il racconto Verso Oriente. La Giuria dei Letterati, presieduta da Giorgio Zanchini, ha premiato un testo che “ricostruisce con ritmo e competenza storica la vita mercantile di Venezia all’epoca della battaglia di Lepanto”. Nella motivazione si legge che “il genere del racconto storico è dominato dal diciassettenne Bonato con grande mestiere, e sottili richiami a temi attuali (l’istituzione del ghetto di Venezia, la libertà di culto per i cristiani presso gli Ottomani, l’influenza nella politica di guerra del denaro - banche e prestiti)”. Il finale, sottolinea la giuria, “apre al tema del desiderio, sempre irrealizzato: la guerra, per cui il mercante Zorzi ha fornito la Serenissima di legname per le galere, gli consente di accostare, come ha sempre sognato, Costantinopoli - ma non di vederla; per Bonato l’evidenza letteraria non è dalla parte dei sogni, ma della vita feconda dei suoi mercanti di Venezia, e della storia”.
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