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L’attacco
17.09.2025 - 17:50
CHIOGGIA - Fratelli d’Italia attacca l'amministrazione Armelao sulla mensa: “Pasti da 3,81 euro fatti pagar ai genitori 5 euro”. L'accusa arriva dall'ex vice sindaco Daniele Tiozzo Brasiola. Il servizio quest'anno è cambiato e c'è stato un cambio di gestione con l'intero appalto affidato a EUro Ristorazione. “Il costo del buono giornaliero è stato confermato a 5 euro, come negli anni precedenti - sottolinea Brasiola - Tuttavia il servizio di preparazione dei pasti è stato affidato al nuovo gestore a un costo effettivo di 3,81 euro.
Questo significa che il Comune di Chioggia ha sostanzialmente deciso di fare cassa sulle finanze delle famiglie. Il sindaco Armelao e l’assessore alla pubblica istruzione Sandro Marangon hanno affidato la preparazione dei pasti ad un costo di 3,81 euro, chiedendo però di continuare a far pagare ai genitori 5 euro per ogni buono. La differenza, pari a 1,20 euro per pasto, rimane dunque nelle casse comunali”.
Dal capitolato risulta che questa differenza dovrebbe servire a coprire parzialmente i cosiddetti “servizi ausiliari”, come ad esempio lo scodellamento. “È evidente - continua Brasiola - che mai in passato, né con questa amministrazione né con le precedenti, si era pensato di far gravare questi costi direttamente sulle famiglie. E ciò avviene in un momento storico in cui si parla tanto di sostegno economico ai nuclei familiari: caricare un costo extra sul ticket mensa appare davvero fuori luogo. Non entro nel merito se 5 euro siano tanti o pochi: all’epoca fui io stesso a proporre un adeguamento del costo, perché con l’aumento generale delle spese il servizio rischiava di non reggere. Ma una cosa è certa: le famiglie hanno sempre pagato solo il costo effettivo del pasto. Nessuno aveva mai pensato di speculare sul buono mensa”.
Non solo, Brasiola solleva anche dubbi sulla possibile qualità dei futuri pasti visto che i costi fissi per l'organizzazione del servizio rimarranno, probabilmente, in variati. “Il costo del personale sarà lo stesso o molto simile, così come quello delle strutture - conclude Brasiola - Dunque, ridurre il costo per la realizzazione del servizio comporta necessariamente un taglio sulla qualità degli alimenti, con la conseguenza che il risparmio ricade sul piatto dei bambini. L’aggiunta della “merenda in più” aggrava la situazione, perché il budget destinato all’acquisto degli alimenti, già ridotto, deve coprire anche questa voce. Inoltre, il nuovo centro cottura risulta più distante rispetto al precedente, con conseguenti costi logistici aggiuntivi”.
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