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18.09.2025 - 16:10
VENEZIA - Quando la bottiglia finisce nel bidone giusto, non è più un rifiuto: diventa materia, energia, valore condiviso. Eppure, in Veneto il percorso si è fatto più lento. Mentre l’Italia corre, la nostra regione fatica a tenere il passo: i numeri dicono che si può e si deve fare meglio, anche perché i benefici ambientali ed economici sono già dimostrati.
Negli ultimi dieci anni la raccolta del vetro in Veneto è cresciuta appena dell’8%, a fronte di un +35% registrato a livello nazionale dal 2015. Il rallentamento si vede anche sull’ultimo anno: secondo i dati di Coreve (Consorzio Recupero Vetro), nel 2024 sono stati raccolti 47,2 kg pro capite contro i 49,3 kg del 2023. Un calo che pesa in una regione storicamente vocata all’industria del vetro e alla manifattura.
Le differenze territoriali restano marcate. Al Nord la media si attesta a 46,7 kg per abitante, al Centro scende a 37,8 kg/ab e al Sud a 33,2 kg/ab. La Valle d’Aosta è la più virtuosa con 62 kg pro capite, mentre la media nazionale è attorno ai 40 kg per abitante. Numeri che mostrano come, pur partendo da livelli relativamente alti nel Nord, il Veneto non stia intercettando appieno il potenziale di crescita visto altrove.
La raccolta e il riciclo del vetro generano vantaggi misurabili per ambiente e comunità. Nel 2024, grazie al riciclo, in Italia si sono risparmiati 394 milioni di metri cubi di gas e sono state evitate 2,3 milioni di tonnellate di CO2. Sono inoltre 3,8 milioni le tonnellate di materie prime non estratte, con un impatto positivo lungo tutta la filiera, mentre 113 milioni di euro sono stati erogati da Coreve ai Comuni sotto forma di corrispettivi. Numeri che parlano da soli: ogni chilogrammo raccolto meglio è un costo in meno e un beneficio in più.
“Migliorare la raccolta del vetro vuol dire favorire un’economia circolare che porta vantaggi alla filiera, in regione Veneto presente con 6 vetrerie e 2 aziende di trattamento, e ai cittadini”, sottolinea Gianni Scotti, presidente di Coreve. La presenza di un’industria radicata rende il Veneto un laboratorio naturale per accelerare: l’infrastruttura c’è, il mercato pure.
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