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19.09.2025 - 17:51
Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est
VENEZIA - L’attività produttiva del settore manifatturiero nelle province di Venezia, Treviso, Padova e Rovigo prosegue in un contesto di debolezza, prolungando la fase di rallentamento già osservata nei mesi precedenti, in un quadro geopolitico caratterizzato da tensioni internazionali e fronti commerciali aperti. Secondo i dati dell’indagine “La congiuntura dell’industria del Veneto Orientale” condotta da Confindustria Veneto Est, in collaborazione con Fondazione Nord Est, nel secondo trimestre 2025 la produzione industriale registra una flessione del -0,7% su base annua.
Nonostante il bilancio complessivo negativo, il quadro appare differenziato: il settore metalmeccanico segna un incremento del +1,7%, mentre microimprese e grandi aziende mantengono sostanzialmente stabile la produzione, con variazioni rispettivamente dello 0,1% e dello 0,2%. Se si considera l’andamento del semestre, la flessione si attesta al -0,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mostrando però segni di recupero.
Il fatturato dell’industria procede a ritmo più lento nel trimestre aprile-giugno, sostenuto principalmente dalla domanda interna (+2,3%), favorita da un’inflazione contenuta. La componente estera mostra segnali più deboli: le vendite UE registrano un calo del -2,2%, mentre quelle verso i mercati extra UE restano quasi stabili (-0,1%), in parte per l’anticipo degli acquisti dagli Stati Uniti. Sul fronte dell’occupazione, la dinamica resta positiva, con un aumento del +0,5%.
Tra le criticità, le imprese devono far fronte all’ulteriore aumento dei prezzi delle materie prime tra aprile e giugno (+32,1%, dopo il +36,3% del trimestre precedente). La discesa dei tassi BCE si trasferisce gradualmente all’economia reale, anche se l’incertezza frena la domanda di credito: solo il 9,7% delle aziende segnala un aumento del costo del denaro, rispetto al 25,5% nello stesso periodo del 2024, mentre la maggioranza (68,7%) rileva tassi stabili. La liquidità aziendale è tesa per il 15% delle imprese intervistate.
Il campione dell’indagine comprende 757 aziende manifatturiere e dei servizi delle province di Padova, Treviso, Venezia e Rovigo, offrendo una fotografia aggiornata dei primi sei mesi del 2025 e delle previsioni per il secondo semestre. Il clima di fiducia delle imprese resta stabile, ma risente dell’incertezza internazionale e degli effetti negativi dei dazi statunitensi. Le previsioni per luglio–dicembre indicano prevalentemente il mantenimento dei livelli produttivi.
«In un contesto di grande instabilità e fronti aperti nel commercio globale, che avrà un impatto notevole sull’economia del nostro territorio, fortemente vocata all’export, le nostre imprese continuano a dimostrare capacità di adattamento e di tenuta – commenta Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est. – Ma si tratta di una tenuta fragile, minacciata da squilibri strutturali e tensioni internazionali. Le nuove barriere tariffarie Usa al 15% e la forte svalutazione del dollaro rendono più difficile competere oltreoceano. Le nostre imprese, già penalizzate da un costo dell’energia insostenibile, si trovano in una condizione di crescente svantaggio competitivo. Serve un piano industriale straordinario».
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