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Finta chiamata da “avvocato” ad un aziano, ma il figlio smaschera i truffatori

Un 20enne e un 27enne campani fermati dai Carabinieri. Avevano tentato di raggirare un 88enne chiedendo denaro per un presunto incidente stradale

Finta chiamata da “avvocato” ad un aziano, ma il figlio smaschera i truffatori

MIRANO - Tentata truffa ai danni di un anziano sventata grazie alla prontezza del figlio e all’intervento immediato dei Carabinieri: nel pomeriggio del 24 settembre i militari della Stazione di Mirano hanno arrestato due giovani, un 20enne e un 27enne di origine campana, accusati di aver organizzato un raggiro ai danni di un 88enne di Santa Maria di Sala (Venezia).

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, tutto è iniziato con una telefonata giunta all’abitazione dell’anziano. Dall’altra parte della linea, un interlocutore che si è prima spacciato per avvocato e poi per appartenente all’Arma dei Carabinieri. Con tono perentorio ha raccontato che il figlio della vittima era rimasto coinvolto in un incidente stradale e che, per evitare una denuncia penale, era necessario versare subito una somma in contanti.

Fortunatamente a rispondere al telefono non è stato l’anziano, ma proprio il figlio, che ha intuito subito la natura fraudolenta della chiamata. Con sangue freddo, ha finto di essere il padre e ha continuato a conversare con il sedicente “carabiniere”, guadagnando tempo per avvisare il 112.

La centrale operativa ha quindi attivato due pattuglie della Compagnia di Mestre, che si sono posizionate nei pressi dell’abitazione, mentre i militari della Stazione di Mirano, in abiti civili, hanno presidiato la zona pronti a intervenire.

La trappola è scattata poco dopo: un uomo si è presentato alla porta per ritirare la somma di denaro ed è stato immediatamente bloccato dai Carabinieri. Nel frattempo, un complice che attendeva in auto lungo la strada, pronto a garantire la fuga, è stato fermato anch’egli dai militari.

Entrambi sono stati arrestati e, dopo l’udienza di convalida celebrata il 25 settembre, sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, con l’obbligo di firma presso la Polizia Giudiziaria.

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