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veneto
27.09.2025 - 15:56
MESTRE - Crisi del personale, carichi di lavoro insostenibili e mancati riconoscimenti: i lavoratori delle comunità educative per minori dell’Opera Santa Maria della Carità proclamano lo stato di agitazione. A Mestre, il 27 settembre 2025, la Fp Cgil di Venezia ha annunciato la mobilitazione del personale delle comunità Girasoli, Margherite e Fatima, coinvolgendo 16 educatori e diversi operatori assunti con contratti a chiamata. Una decisione che arriva dopo ripetute richieste di confronto e incontro ignorate dalla direzione della struttura. Se non verranno accolte le istanze dei lavoratori, lo stato di agitazione potrà evolvere in uno sciopero generale del personale.
Le criticità denunciate emergono soprattutto dai soggiorni estivi dello scorso giugno e luglio, durante i quali il personale ha svolto fino a 56 ore settimanali, escluse le notti, senza che l’impegno straordinario venisse adeguatamente riconosciuto. «Addirittura riteniamo molto grave che siano state modificate le timbrature, con conseguenti saldi negativi in banca ore; non sono state corrisposte le indennità previste per le cosiddette notti passive, di fatto i soggiorni estivi sono stati retribuiti in modo forfettario senza riconoscimenti aggiuntivi, prima promessi e poi disattesi», spiega Chiara Cavatorti, responsabile della Fp Cgil di Venezia.
Le irregolarità si estendono anche al tempo dedicato alle visite mediche obbligatorie e agli spostamenti per raggiungere lo studio del medico competente, che non è stato conteggiato come orario di lavoro. A queste difficoltà si aggiunge la carenza di personale, che da inizio anno affligge le comunità, con dimissioni e assenze prolungate che hanno ulteriormente ridotto gli organici, aumentando il carico di lavoro e lo stress di chi resta a garantire la presenza accanto ai minori. Alcuni turni sono stati coperti da colleghi di altri servizi dell’Opera Santa Maria della Carità, ma le condizioni restano penalizzanti.
«La Fp Cgil di Venezia pretende il ripristino delle timbrature e la retribuzione di tutte le ore effettivamente lavorate e il pagamento delle indennità dovute», ribadisce Cavatorti, aggiungendo che «è necessaria l’apertura immediata di un tavolo sindacale per superare l’istituto delle notti passive e, soprattutto, un piano straordinario di assunzioni, partendo dalla stabilizzazione del personale precario».
«Fino a quando la Fondazione continuerà a negare il confronto, i lavoratori e le lavoratrici metteranno in atto tutte le azioni necessarie. Non ci sono più margini di tolleranza: senza risposte, lo stato di agitazione diventerà sciopero», conclude la responsabile sindacale, lanciando un monito chiaro alla direzione dell’ente.
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