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veneto
29.09.2025 - 12:28
MESTRE – Da infermiera a paziente, passando attraverso la prova più dura. Sara Trocani, 30 anni, professionista della sanità formata a Padova e di servizio nei pronto soccorso di Mestre e Treviso, si è ritrovata dall’altra parte del letto ospedaliero. Colpita da un carcinoma squamoso della lingua, ha affrontato un intervento di sette ore e mezza all’ospedale dell’Angelo: metà lingua asportata e ricostruita con i lembi del suo avambraccio sinistro. Un’operazione complessa, guidata dal direttore di Otorinolaringoiatria Doriano Politi e dal chirurgo plastico Eugenio Fraccalanza, che le ha restituito articolazione delle parole, gusto, sensibilità e movimento.
“Sembra un miracolo, invece è l’ultima frontiera della medicina – spiega Politi –. Ma il percorso per arrivarci è sfidante e in salita”.
Una salita che comincia nel momento stesso della diagnosi. “Hai una forma tumorale alla lingua, dobbiamo intervenire”, ricorda Sara. Quelle parole, pur dette con cautela, la gettano nello sconforto. “In quel momento capisco a cosa vado incontro, perché da studentessa ho assistito a operazioni simili. Mi dispero completamente. Temo di non poter più parlare. Ero giovane, senza fattori di rischio, e non riuscivo a capacitarmi”.
Politi stesso ammette di aver rimesso in discussione il proprio modo di comunicare: “Nonostante la mia esperienza, le mie parole hanno provocato in lei una reazione di disperazione. È stato necessario l’aiuto immediato della Psicologia ospedaliera. Grazie a Sara ho riflettuto e deciso di intraprendere un percorso di formazione specifico sulla comunicazione delle cattive notizie”.
L’intervento è un capolavoro di microchirurgia. Dopo la demolizione della parte malata, viene prelevata dall’avambraccio una “paletta” di cute con arteria, vena e nervo. Il lembo viene adattato alla lingua residua e collegato ai vasi e ai nervi del collo con tecniche microvascolari, ricreando una nuova emilingua vitale e sensibile. Due équipe – Otorinolaringoiatria e Chirurgia plastica – lavorano in parallelo, riducendo i tempi a 7 ore e 31 minuti.
“Nel 2025 al nostro ospedale arriviamo a due interventi di questo tipo al mese – sottolinea Politi –. È la sinergia tra le squadre a fare la differenza, sia nei tempi sia nei risultati”.
Dopo l’operazione, Sara ha affrontato radioterapia, chemioterapia, riabilitazione e logopedia. Oggi parla senza esitazioni, ha recuperato gusto e sensibilità, e sente rinascere dentro di sé la voglia di tornare a vivere appieno.
“Diventare paziente è stato difficilissimo – confida –. Ma quello sgomento iniziale si è trasformato in coraggio. Ho scoperto una forza che non sapevo di avere. Se la mia storia può dare fiducia a qualcun altro, sono felice di raccontarla. Io voglio riprendere la vita di prima e anche di più: sport, viaggi, studio delle lingue, mangiate con gli amici e, soprattutto, il mio bellissimo lavoro”.
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