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DAL COMUNE

Ex colonia, il futuro è turistico

Abbandonato il piano originario per una casa di riposo, gli investitori puntano a Valli

Ex colonia, il futuro è turistico

L’assessore Mancin: “Qualche imprenditore si è fatto sentire e ha manifestato il proprio interesse”

SOTTOMARINA – Futuro turistico per l’ex colonia Turati. La possibilità c’è, come è emerso dalla discussione di un’interrogazione del consigliere del Gruppo Misto Marco Veronese presentata in consiglio comunale.

La struttura, in stato di abbandono sul lungomare Adriatico, sembrava destinata a diventare una casa di riposo.

Tutto sembrava pronto già nel 2020: la società immobiliare Altinia aveva manifestato l’intenzione di acquistare l’ex colonia Turati per trasformarla e gestirla tramite un partenariato pubblico-privato. Il piano prevedeva una ristrutturazione profonda, con la creazione di circa novanta alloggi.

Ma oggi, quel progetto è stato abbandonato. Gli investitori hanno rivisto le loro strategie.Piuttosto che affrontare i costosi interventi di adeguamento dell’edificio esistente, preferirebbero costruire una nuova struttura, più ampia e moderna, capace di ospitare fino a 120 persone.

Pare che il terreno edificabile sia già stato trovato, libero da vincoli urbanistici, nella frazione di Valli di Chioggia. “Con più spazio a disposizione – ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Angelo Mancin, rispondendo all’interrogazione dell’ex vicesindaco Marco VeroneseAltinia potrebbe realizzare non solo camere e servizi essenziali, ma anche aree dedicate alla fisioterapia e spazi verdi aperti al pubblico”.

Se il progetto si sposta altrove, il Comune deve ora rivedere la destinazione d’uso dell’ex Colonia Turati.

E il mondo del turismo potrebbe essere interessato: “Non ufficialmente – ha spiegato ancora Mancin – qualche imprenditore si è fatto sentire e ha manifestato il proprio interesse”. La colonia Turati entrò nel patrimonio comunale nel gennaio 1998, acquistata a un prezzo contenuto. L’amministrazione dell’epoca intendeva concentrarvi vari servizi municipali, allora sparsi in sedi provvisorie. Tuttavia, pochi mesi dopo il restauro, si scoprì che l’edificio non serviva più: nel frattempo erano stati resi disponibili nuovi spazi nel centro cittadino. Da allora, diversi sindaci hanno tentato invano di venderlo.

Romano Tiozzo lo mise sul mercato per otto milioni, Giuseppe Casson abbassò a sette, Alessandro Ferro arrivò a proporlo per 5,89 milioniNessuna offerta concreta è però mai arrivata.

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