VENEZIA - È stato un passante, intorno alle 4.30 del mattino di sabato 4 ottobre, a notare il corpo di un uomo che galleggiava a pelo d’acqua nel Canal Grande, proprio di fronte alla stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia. L’allarme è scattato immediatamente e sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri e il personale del Suem lagunare, che non hanno potuto far altro che constatare il decesso.
L’uomo, identificato dai militari come un 32enne originario della provincia di Firenze, sarebbe morto annegato, probabilmente a seguito di un incidente o di un malore improvviso. Secondo le prime ipotesi, potrebbe essere scivolato accidentalmente in acqua — forse sugli scalini scivolosi e coperti di alghe che scendono fino alla laguna — oppure essersi immerso volontariamente per un bagno notturno, senza riuscire più a tornare a riva.
Le indagini dei carabinieri di Venezia proseguono per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, ma già nelle prime ore sono state escluse tracce di violenza o elementi che possano far pensare all’intervento di altre persone. Nessun segno, dunque, di colluttazione o di spinta: l’ipotesi più plausibile resta quella di una caduta accidentale.
Il magistrato di turno della Procura di Venezia, informato del ritrovamento, ha disposto gli accertamenti di rito e, dopo la ricognizione esterna, ha autorizzato la restituzione della salma ai familiari, che vivono in provincia di Firenze.
Il giovane, secondo quanto si apprende, si trovava a Venezia forse per trascorrere il weekend o una breve vacanza. Una tragedia silenziosa, avvenuta nel cuore della città, in un punto sempre affollato di giorno ma quasi deserto nelle ore notturne.