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05.10.2025 - 15:55
VENEZIA -
Si è chiusa oggi all’Arsenale di Venezia la terza edizione del Salone dell’Alto Artigianato Italiano, che in quattro giorni ha registrato circa 14 mila visitatori, confermandosi come punto di riferimento nazionale per la promozione dei mestieri d’arte e delle eccellenze italiane. Un risultato che premia l’impegno dell’Amministrazione comunale e di Vela spa, in una cornice unica come quella dell’Arsenale, cuore pulsante della storia della Serenissima.
Con 161 espositori provenienti da tutta Italia, il Salone ha offerto un vero e proprio viaggio nel saper fare artigiano: un percorso tra legno, vetro, tessuti, ceramica, metalli, carta, pietre e materiali preziosi, dove le mani dei maestri hanno raccontato storie di famiglie, comunità e territori. Ogni bottega, ogni opera, ha restituito al pubblico il valore di un’identità che si riconosce nel fare, nell’ingegno e nella bellezza delle cose create con passione.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Venezia e organizzata da Vela spa, rientra nel progetto “Venezia e la sua laguna: gestione e valorizzazione dei flussi turistici” sostenuto dal Ministero del Turismo, con l’obiettivo di tutelare e rilanciare i Comuni a vocazione turistico-culturale legati al patrimonio Unesco. Anche per quest’anno, l’ente di certificazione RINA ha confermato al Salone la certificazione ISO 20121, che attesta la gestione dell’evento secondo i principi della sostenibilità. Un riconoscimento che Vela ha ottenuto fin dalla prima edizione, a conferma dell’impegno dell’azienda nell’organizzazione di manifestazioni sostenibili per conto del Comune di Venezia.
“Il Salone dell’Alto Artigianato Italiano è un orgoglio per Venezia e per l’Italia intera – ha dichiarato il sindaco Luigi Brugnaro –. L’artigianato è la spina dorsale della nostra cultura e della nostra economia: conserva la tradizione ma al tempo stesso innova, crea lavoro e genera bellezza. È fondamentale che questo patrimonio si rinnovi attraverso i giovani e la trasmissione dei saperi. Le nuove generazioni devono essere custodi e interpreti del fare artigiano, portando con sé il valore di quelle mani che raccontano storie e territori. Con eventi come questo vogliamo ribadire che Venezia non è solo una città che accoglie, ma che produce, valorizza e rilancia il futuro dei mestieri d’arte.”
Le Tese e le Nappe dell’Arsenale si sono trasformate in laboratori a cielo aperto, dove per quattro giorni i visitatori hanno potuto osservare da vicino le tecniche di lavorazione e comprendere il valore culturale e umano di ogni manufatto. Le categorie merceologiche rappresentate spaziavano dai gioielli all’arredo, dalle opere artistiche alla rilegatura e alla carta, dall’illuminazione alla lavorazione del metallo, fino al marmo, al restauro, alla liuteria, all’alta sartoria, alla calzatura e alla cartapesta. Non potevano mancare i mestieri veneziani: il vetro, i merletti, i mosaici e la tessitura, simboli della tradizione artigiana lagunare.
La Tesa 113 ha ospitato i progetti speciali curati da MUVE Academy, promossa dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, che ha coinvolto scuole e istituzioni culturali in un dialogo tra tradizione artigiana e formazione delle nuove generazioni. Il Salone, infatti, non è stato solo esposizione, ma anche luogo di incontro e di riflessione, con talk, convegni e momenti di confronto dedicati alla trasmissione dei saperi e all’innovazione.
Tra gli appuntamenti più significativi, il convegno dedicato al restauro della cantoria della Scuola Grande di San Rocco, realizzato grazie al lavoro delle maestranze venete, ha messo in luce il ruolo insostituibile dell’artigianato nella tutela del patrimonio artistico.
Accanto alla valorizzazione del passato, il Salone ha guardato al futuro con la presentazione del progetto “Archivio delle Mani Maestre”, ideato da Patrizia Ramacci e curato da Gypsea: una collezione di calchi delle mani di artigiani e maestri contemporanei, simbolo della memoria viva e della trasmissione dei saperi.
Grande partecipazione anche al Public Talk “I mestieri dell’arte. Musei in dialogo con le scuole”, promosso dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, che ha visto studenti, docenti e istituzioni confrontarsi sulle sfide contemporanee dell’artigianato: dalla formazione alla sostenibilità dei processi produttivi, fino al legame tra musei e didattica. Nel corso della terza edizione è stata inoltre presentata la candidatura del merletto di Burano a IGP, promossa dall’Associazione “Il Merletto di Burano”, che riunisce cinque storici produttori dell’isola. Un passo fondamentale per la tutela di una tradizione iconica veneziana e per la valorizzazione delle maestranze locali.
“Gli appuntamenti ormai consolidati del Salone Nautico e del Salone dell’Alto Artigianato Italiano dimostrano quanto sia strategico il connubio tra filiera locale e utilizzo temporaneo delle aree cittadine – ha sottolineato Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela spa –. L’Arsenale, con i suoi spazi recuperati e resi disponibili, diventa un luogo di incontro e di confronto tra realtà produttive locali e operatori nazionali e internazionali. Abbiamo registrato un entusiasmo straordinario da parte del pubblico: famiglie, giovani, appassionati e professionisti hanno affollato le Tese e le Nappe, vivendo da vicino i processi creativi.”
“Il successo dei 14 mila visitatori e dei 161 espositori – ha aggiunto Alberto Bozzo, direttore commerciale del Salone – è la prova che esiste un grande desiderio di artigianato come esperienza autentica e come valore culturale. Quest’anno abbiamo ampliato le categorie merceologiche e gli spazi espositivi, portandoli a otto Tese e Nappe complessive, e incrementato le dimostrazioni dal vivo, perché vedere gli artigiani all’opera è il valore aggiunto più grande della manifestazione. Il Salone è ormai diventato un appuntamento fisso per Venezia e per l’Italia, un’occasione per far dialogare tradizione e innovazione, ma anche per far incontrare maestri artigiani e nuove generazioni. È un evento che cresce e continuerà a crescere in qualità, perché racconta un’Italia che ha ancora molto da dire al mondo.”
L’appuntamento è già fissato per la prossima edizione: da giovedì 1 a domenica 4 ottobre 2026, quando l’Arsenale tornerà a essere il palcoscenico naturale della bellezza del fare italiano.
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