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Vigonovo
05.10.2025 - 09:40
Nel silenzio di un cantiere ancora inattivo, si staglia un dato che colpisce: i lavori dell’elettrodotto interrato tra Dolo e Camin, previsti per mettere in sicurezza e razionalizzare la rete elettrica veneta, partiranno soltanto nel 2035. Un rinvio di quindici anni dal via originale, che nel 2020 sembrava imminente. A lanciare l’allarme sono i sindaci della zona, a partire da Luca Martello, primo cittadino di Vigonovo, che non nasconde la propria preoccupazione per l’effetto di questo lungo ritardo sul territorio.
L’infrastruttura, il cui investimento complessivo ammonta a circa 130 milioni di euro, si inserisce nel più ampio piano di rilancio e ammodernamento della rete elettrica gestita da Terna in Veneto. La finalità è quella di interrare l’elettrodotto esistente per migliorarne la sicurezza, ridurre l’impatto ambientale e garantire una maggiore continuità del servizio elettrico alla popolazione tra Dolo e Camin. Gli amministratori locali denunciano come questa proroga prolungata rischi di compromettere non solo la qualità della vita e la sicurezza ma anche diverse iniziative di sviluppo sostenibile già programmate in zona. L’orizzonte fissato al 2035 appare per molti un’eternità, soprattutto nel contesto di un’Europa che punta con sempre più forza alla transizione ecologica e all’efficienza energetica in tempi rapidi.
L’azione dei sindaci non si limita al grido d’allarme: è stata chiesta una convocazione urgente con Terna per chiarire i motivi del ritardo e cercare soluzioni più tempestive. La comunità amministrativa locale esprime forte desiderio di trasparenza e collaborazione per garantire che l’intervento non rimanga solo un progetto sulla carta. Interventi analoghi in Italia, come indicati nei piani di sviluppo energetico regionale, vengono spesso programmati su tempistiche decennali ma la particolarità di questo caso è proprio la lunga attesa rispetto alla pianificazione iniziale. Si tratta di un tema cruciale per il Veneto, tra sviluppo infrastrutturale e tutela ambientale, con un impatto che coinvolge cittadini, istituzioni e operatori energetici. La spinta a un elettrodotto interrato è vista come un passo avanti per una rete più sicura e meno invasiva, ma il rinvio lascia spazio a dubbi e tensioni in una zona dove il tempo sembra non giocare a favore.
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