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Venezia
05.10.2025 - 11:03
Il Mose di Venezia si ritrova impantanato in una nuova sfida: riparare o ricomprare le sue paratoie? Questa decisione, che sembrava tecnica, si è trasformata in un dilemma economico e strategico dalle dimensioni sorprendenti, con un costo di manutenzione che ha superato ogni previsione e sta mettendo a dura prova i conti pubblici. Il sistema Mose, la diga mobile che salva Venezia dalla marea alta dividendo la laguna dal mare, ha dimostrato la sua efficacia ma anche i suoi limiti economici. Il problema principale riguarda la manutenzione delle paratoie, giganteschi blocchi gialli che si sollevano per impedire l’allagamento. Recenti stime hanno messo in luce una spesa insostenibile: circa 2,8 milioni di euro per la manutenzione di ciascuna delle paratoie, con un costo che rischia di superare i 150 milioni solo per il ricambio e trattamento periodico di un gruppo di queste, ben oltre il prezzo di costruzione originale di ogni singolo elemento.
L’azienda Fincantieri, coinvolta nella manutenzione, ha fatto sapere che mentre per estrarre e ripulire sei paratoie sono serviti già circa 17 milioni di euro, il completamento del lavoro richiederà almeno altri 50 milioni. Di fronte a questi numeri, alcune imprese cooperative hanno proposto uno studio per valutare se non convenga addirittura ricomprare alcune paratoie anziché procedere con costose riparazioni. Come soluzione temporanea per evitare una spesa eccessiva, l’Autorità per la Laguna, con a capo Roberto Rossetto, ha valutato di estendere i tempi di manutenzione da cinque a dieci anni, raddoppiando così l’intervallo tra interventi ordinari e straordinari. Questa scelta, sostenuta anche dal ministero delle Infrastrutture con il ministro Matteo Salvini, consentirebbe un dimezzamento di costi annui senza pregiudicare la sicurezza delle dighe.
Secondo Rossetto, "pagare tra i 60 e 90 milioni per la manutenzione annuale del Mose è una cifra da trovare, ma senza fare una questione di soldi, visto che ogni sollevamento è ossigeno per Venezia". Tuttavia, non si nasconde la complessità della gestione: l’energia elettrica necessaria per il funzionamento ha un costo di circa 2 milioni di euro l’anno, e l’idea di utilizzare energia geotermica è al vaglio per rendere più sostenibile l’intero sistema. Le paratoie del Mose lavorano in media per eventi di marea di due ore circa, ma in situazioni di emergenza prolungata i costi di funzionamento possono superare i 200 mila euro a sollevamento. Un episodio rilevante è stato registrato il 22 novembre 2022, quando, a causa di raffiche di vento superiori ai 100 km/h e un picco di marea a 173 cm, le dighe hanno operato per circa 24 ore, facendo lievitare i costi tra i 250 e i 300 mila euro.
Il sistema Mose è valutato da istituzioni come un vero e proprio patrimonio di eccellenza italiana, capace di evitare danni stimati in oltre 2,6 miliardi di euro solo negli ultimi anni. Per questo motivo, malgrado le difficoltà economiche, le autorità confermano l’impegno a trovare risorse adeguate per la gestione e la manutenzione, ritenendo fondamentali gli interventi per la salvaguardia della città. Accanto alla manutenzione tradizionale, si valuta un approccio più innovativo e sostenibile. L’installazione di paratoie di riserva, pronte a sostituire temporaneamente quelle in manutenzione, offre una mediazione tra efficienza e sicurezza. Il governo locale e le aziende coinvolte stanno inoltre monitorando soluzioni energetiche alternative, come l’energia geotermica, per abbattere i costi legati all’alimentazione del sistema.
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