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PESCA

Granchi, via al progetto italo-sloveno

Presentato a palazzo Grassi il programma Interreg Italia–Slovenia

850mila euro per studiare e gestire la specie invasiva che minaccia ecosistemi e pesca

CHIOGGIA -

È stato ufficialmente presentato a Palazzo Grassi, sede della facoltà di biologia marina dell’Università di Padova, il nuovo progetto Interreg Italia-Slovenia, che avrà come protagonista il granchio blu e il delicato equilibrio della biodiversità costiera.

L’iniziativa, avviata ad aprile 2024 e destinata a concludersi nel 2026, punta a studiare e gestire una specie invasiva che sta mettendo a dura prova l’ecosistema marino e l’economia locale.

Il granchio blu, introdotto accidentalmente circa settant’anni fa, ha risalito i corsi d’acqua italiani per poi riaffacciarsi con forza nel mare nel 2023, causando danni significativi alla pesca, in particolare nella laguna veneta.

Il progetto, che dispone di un finanziamento di circa 850mila euro, coinvolge ricercatori e operatori del settore sia italiani che sloveni, con l’obiettivo di comprendere meglio il comportamento della specie e trovare strategie di contenimento.

La presenza del granchio blu, fino a poco tempo fa limitata all’Italia, ha cominciato a manifestarsi anche lungo le coste slovene. Secondo gli esperti, l’eradicazione non è più un’opzione praticabile. “La gestione è l’unica strada percorribile - ha dichiarato Paolo Tiozzo, presidente di ConfCooperative -. Se non impariamo a convivere con questa specie, ne subiremo solo le conseguenze, sia economiche che ambientali”.

Tra i dati emersi, preoccupa la capacità riproduttiva del crostaceo: due cicli in un solo anno, un’anomalia che potrebbe rivelarsi un tratto stabile e non episodico. Inoltre, in condizioni di scarsità alimentare, il granchio blu ricorre al cannibalismo, nutrendosi persino delle proprie uova, con effetti devastanti sulla prole.

Le conseguenze si fanno sentire soprattutto tra le imprese ittiche del Polesine, specializzate nella raccolta della vongola verace, che non sono state incluse nella prima fase del progetto. Tuttavia, proprio in queste aree stanno nascendo nuove realtà imprenditoriali che puntano a trasformare il problema in opportunità, avviando attività di cattura e lavorazione del granchio blu.

Una delle strade più promettenti è quella culinaria. Il granchio blu potrebbe diventare una nuova risorsa gastronomica, ma il percorso è complesso: occorre affrontare questioni legate allo smaltimento delle carcasse e alla selezione degli esemplari idonei.

Nonostante le difficoltà, alcuni operatori stanno già sperimentando soluzioni per portare il crostaceo sulle tavole, trasformando un nemico in potenziale alleato. È il caso del pastificio Artusi che ha creato e diffuso su larga scala, in tutti i supermercati, il tortellino al granchio blu e radicchio di Chioggia IGP. All’incontro ha partecipato anche l’assessore alla Pesca della Regione Cristiano Corazzari.

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