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veneto
06.10.2025 - 17:13
VENEZIA – Si infittisce la vicenda dell’omicidio di Dolores Dori, la donna di 44 anni rimasta uccisa la sera del 2 ottobre scorso in una sparatoria al campo nomadi di via Corte Ferrarini, a Lonato del Garda. Un delitto nato, secondo gli inquirenti, da un intreccio di rancori familiari e questioni sentimentali che hanno acceso una faida tra due famiglie di etnia sinti.
Il 4 ottobre, a conclusione di una prima fase d’indagini, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Brescia e della Compagnia di Desenzano del Garda hanno eseguito due fermi di indiziato di delitto nei confronti della madre, una cittadina italiana di 59 anni, e del figlio minorenne, 16 anni, della vittima. I provvedimenti sono stati emessi rispettivamente dalla Procura Ordinaria e dalla Procura per i Minorenni di Brescia, che ritengono i due responsabili – in concorso tra loro – di tentato omicidio pluriaggravato, detenzione illegale e porto abusivo di armi e minacce.
Le indagini, tuttora in corso, hanno permesso di delineare un quadro complesso e drammatico. Attraverso testimonianze, analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e rilievi tecnici effettuati dalla Sezione Investigazioni Scientifiche (SIS) del Comando Provinciale, i militari hanno potuto ricostruire le ore concitate della sparatoria. Decisivo si è rivelato anche il lavoro della 2ª Sezione Cyber del Nucleo Investigativo di Brescia, che ha analizzato il contenuto dei dispositivi digitali sequestrati, tra cui lo smartphone del minore.
Dall’esame delle copie forensi è emerso che il ragazzo avrebbe ripreso con il cellulare le fasi della sparatoria, contribuendo così alla ricostruzione della dinamica. Gli investigatori hanno inoltre rintracciato in rete un video pubblicato in precedenza dal minore, in cui appariva con il padre, entrambi armati di pistola, mentre minacciavano un componente dell’altra famiglia coinvolta nella faida.
Secondo quanto ricostruito, il movente sarebbe legato a motivi privati e sentimentali: la figlia di Dolores Dori aveva intrapreso una relazione con un giovane appartenente all’altra famiglia, un legame osteggiato dai suoi parenti, che l’avrebbero voluta promessa sposa a un altro uomo.
Giovedì 2 ottobre, la donna poi uccisa si sarebbe recata al campo nomadi di Lonato con il marito e un figlio proprio per riportare a casa la figlia. La situazione, però, sarebbe rapidamente degenerata. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, la 59enne madre della vittima, accompagnata dal nipote e dall’anziana madre, avrebbe sfondato con l’auto il cancello del campo, esplodendo alcuni colpi di pistola contro le persone presenti. Dall’altra parte, uno dei membri della famiglia rivale avrebbe risposto al fuoco, colpendo mortalmente Dolores Dori.
L’intera area del campo, situata su una collina che domina la pista di go-kart della zona e accessibile solo attraverso una strada sterrata, è ora sotto sequestro per disposizione della pubblica ministera Francesca Sussarellu, titolare dell’inchiesta. L’area è piantonata giorno e notte dai militari del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Desenzano, mentre le famiglie che vi risiedevano risultano irreperibili.
La 59enne fermata è stata trasferita alla Casa circondariale di Brescia-Verziano, mentre il figlio minorenne si trova presso l’Istituto penale Beccaria di Milano. Le indagini proseguono per chiarire l’esatta dinamica dei fatti e individuare tutte le persone coinvolte nella sparatoria.
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