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IL PROGETTO

Swamrisk, continuano gli studi

Il territorio strategico nella guerra all’intrusione salina

Swamrisk, continuano gli studi

CHIOGGIA - Chioggia e Punta Gorzone al centro del monitoraggio contro l’intrusione salina. Prosegue l’attività del progetto europeo Swamrisk, volto a contrastare la siccità e l’intrusione salina nelle aree costiere dell’Adriatico. Tra i territori coinvolti, Chioggia e Punta Gorzone assumono un ruolo strategico grazie agli interventi condotti dal Consorzio di bonifica Adige Euganeo.

Nell’ambito del programma Interreg Italia-Croazia 2021–2027, il Consorzio ha realizzato pozzi piezometrici in due località: Punta Gorzone, nel territorio di Chioggia e Buoro, nel comune di Cavarzere. I carotaggi, completati nel mese di maggio, hanno permesso di analizzare la stratigrafia del sottosuolo e di rilevare la presenza di due corpi acquiferi distinti, separati da uno spesso strato di argilla. Il primo acquifero, superficiale, risulta fortemente compromesso dall’intrusione salina, con concentrazioni fino a 14 grammi per litro. Il secondo, situato tra i 28 e 35 metri di profondità, ha invece mostrato una riserva di acqua dolce con salinità contenuta a circa 1 grammo per litro. La scoperta è stata definita “di particolare rilievo” dai ricercatori del Cnr, partner scientifico del progetto. Il sistema di monitoraggio prevede l’installazione di centraline permanenti per la rilevazione in tempo reale di parametri idrogeologici, tra cui livello, temperatura e conducibilità delle acque sotterranee.

I dati raccolti confluiranno in una piattaforma digitale condivisa, denominata “Hydro-cloud”, accessibile agli enti territoriali e alla comunità scientifica. Il progetto Swamrisk coinvolge otto partner tra Italia e Croazia e si concentra su tre aree principali: la laguna di Venezia, il delta del Po e il delta del fiume Neretva. L’obiettivo è quello di individuare risorse idriche non contaminate e definire strategie di gestione sostenibile, anche in funzione della crescente pressione climatica. A Chioggia è inoltre previsto lo sviluppo di un bacino di accumulo idrico in località Ca’ Bianca, con una capacità stimata di 210mila metri cubi.

La struttura, attualmente in fase di progettazione, potrebbe garantire una riserva di acqua dolce utile per l’irrigazione durante i periodi di siccità. Secondo Anbi Veneto, circa 240mila ettari del territorio regionale si trovano sotto il livello del mare e sono soggetti a fenomeni di subsidenza e salinizzazione. La salvaguardia dell’economia agricola, che in Veneto vale circa 8 miliardi di euro, passa anche attraverso progetti come Swamrisk, che coniugano ricerca scientifica e pianificazione territoriale.

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