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VENEZIA

Una chiamata e spariscono 39mila euro

Anziana disperata, associazione di tutela contro la banca

Truffe agli anziani: interviene l'Ulss 5

Un pensionato di 72 anni, residente a Scorzè (Venezia), è rimasto vittima di una sofisticata truffa informatica che gli è costata i risparmi di una vita: 40mila euro sottratti dal suo conto corrente attraverso la cosiddetta “truffa del finto sms”. L’uomo, identificato con le iniziali S.P., è assistito ora dall’Adico, che ha avviato le procedure per chiedere alla banca la restituzione integrale della somma.

L’episodio risale alla fine di settembre. Tutto è iniziato con un messaggio ricevuto sul telefono del pensionato, proveniente dallo stesso contatto usato abitualmente dalla sua banca, Mediobanca. Il testo segnalava una richiesta di bonifico sospetta da 3mila euro e forniva un numero di telefono, con prefisso di Milano, da contattare in caso di operazioni non autorizzate.

Convinto di rivolgersi a un operatore legittimo, S.P. ha chiamato il numero indicato. Dall’altra parte della linea, una voce gentile e sicura, che conosceva dati personali e bancari del cliente, lo ha rassicurato e invitato a recarsi alla filiale Mediobanca di Mestre per un colloquio di verifica. A quel punto, l’uomo ha fornito alcune informazioni richieste per “bloccare l’operazione sospetta”.

Poco dopo, però, ha cominciato a nutrire dei dubbi e ha chiesto di essere richiamato dal numero ufficiale della banca. In maniera sorprendente, il truffatore è riuscito a far comparire sul display lo stesso contatto di Mediobanca, confermando così l’inganno. Nel giro di pochi minuti, S.P. ha ricevuto ulteriori messaggi: un bonifico da 39mila euro risultava ormai eseguito.

Solo dopo aver contattato direttamente la banca, il pensionato ha capito di essere caduto in una trappola. La denuncia è stata presentata ai Carabinieri, mentre Adico ha avviato un’azione di tutela nei suoi confronti.

"Il raggiro è stato architettato in modo estremamente insidioso e difficilmente individuabile da chi non ha competenze informatiche" spiega Carlo Garofolini dell’associazione. Secondo Adico, il call center della banca, contattato subito dopo dal cliente, avrebbe avuto il tempo di bloccare il bonifico, ma non lo avrebbe fatto tempestivamente.

L’associazione chiede ora alla banca il rimborso totale della somma sottratta, sostenendo che il cliente non abbia agito con dolo né con colpa grave. "Il nostro assistito è disperato – aggiunge Garofolini – perché ha perso tutti i suoi risparmi. È necessario che gli istituti di credito trovino sistemi più efficaci per proteggere i correntisti da truffe sempre più sofisticate".

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