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Interviste

Inaugurata la mostra “Mutevoli orizzonti”

Intervista al pittore Dario Ballarin

CHIOGGIA - Inaugurata sabato pomeriggio al tempietto di San Martino a Chioggia la mostra “Mutevoli orizzonti “, di Dario Ballarin, pittore chioggiotto noto e apprezzato e dallo stile inconfondibile. “Un percorso che parte dal 1989 quando allo studio G5 era stata organizzata la mia prima personale” afferma Ballarin, “e parto da un quadro esposto in quell'occasione per illustrare il mio percorso espressivo”. Un percorso in cui sono molto presenti i paesaggi di Chioggia, “che fino alla prima decade di questo secolo sono stati realizzati e plein air”, per cui sul luogo stesso, cercando di restituire su tela la piena interpretazione sensoriale dell'artista del luogo rappresentato.

Ma negli ultimi 15 anni il percorso di Dario Ballarin ha preso una direzione di sintesi ed essenzialità: “non mi sono più recato direttamente sui luoghi, che avevo molto analizzato e in passato, ma mi sono basato sui ricordi: questo mi ha permesso di rappresentarli in maniera quasi onirica”. Si arriva così a una sintesi radicale, a una descrizione per sottrazione, per una precisa volontà comunicativa: “vorrei permettere a chi guarda di trovare all'interno del quadro un proprio percorso personale”.

L’atmosfera onirica descritta da Ballarin è realizzata mediante la tecnica dell’acquerello: “una tecnica secondo me ingiustamente considerata inferiore, forse perché realizzata su carta, per cui senza lo spessore né le dimensioni della tela dipinta ad olio o ad acrilico, oppure di un affresco o ancora di un mosaico. Ma l’acquerello, rispetto alle altre tecniche, dà la possibilità di dare forma a delle sensazioni con poche pennellate”. In un periodo in cui siamo travolti da visioni in grande quantità e di ogni tipo, che colmano fino a dare la sensazione di vuoto, Ballarin “svuota” l'occhio per permettere a tutti gli altri sensi di “riempirlo”.

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