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ITALIA

Manovra 2026, niente bonus di Natale e detassazione della tredicesima

Ecco le novità economiche del governo

Manovra 2026, niente bonus di Natale e detassazione della tredicesima

ROMA – La Manovra 2026 prende forma, e il governo italiano ha già inviato il Documento programmatico di bilancio (DPB) a Bruxelles, delineando entrate, uscite e misure chiave per il prossimo triennio. Una prima novità riguarda le buste paga: nella mensilità di dicembre non ci sarà alcun “regalo di Natale”. L’esecutivo ha infatti deciso di escludere la detassazione della tredicesima e il cosiddetto “bonus di fine anno”, scartando le proposte avanzate da Forza Italia per una mensilità aggiuntiva più leggera sul fronte fiscale. La decisione è stata motivata dai costi troppo elevati che la misura avrebbe comportato.

Il finanziamento della Manovra passerà attraverso tre fonti principali: il contributo delle banche, la revisione del Pnrr e i tagli ministeriali. Nel dettaglio, secondo il DPB, le banche dovrebbero versare circa 4,4 miliardi di euro nel 2026, pari allo 0,19% del PIL, con lo stesso importo previsto anche per il 2027, mentre nel 2028 la quota sarà quasi dimezzata. Complessivamente, l’apporto del settore finanziario e assicurativo nei prossimi tre anni dovrebbe raggiungere 11 miliardi di euro, da incassare attraverso metodologie concordate per non gravare sui bilanci delle singole istituzioni. A questi si aggiungono 5 miliardi dalla revisione del Pnrr e 2,3 miliardi derivanti da tagli alle spese dei ministeri.

Pensioni e Irpef: solo alcune categorie interessate

Il DPB conferma anche l’aumento graduale dell’età pensionabile, legato all’incremento dell’aspettativa di vita, con un passo di tre mesi tra il 2027 e il 2028. L’aumento potrà essere sterilizzato per i lavori gravosi e usuranti, mentre per tutte le altre occupazioni resterà progressivo. Si sta valutando anche un possibile blocco trasversale di due mesi per tutte le categorie, riducendo così l’incremento a un solo mese per tutti.

Sul fronte Irpef, il governo conferma il taglio per i redditi compresi tra 28mila e 50mila euro, corrispondente al secondo scaglione, che vedrà la tassazione scendere dal 35% al 33%. Nessun beneficio, invece, per i redditi più alti. Lo stanziamento triennale previsto è di circa 9 miliardi di euro, con un risparmio stimato fino a 440 euro annui per ciascun contribuente interessato.

Bonus e misure per famiglie e natalità

Il triennio 2026-2028 prevede uno stanziamento complessivo di 3,5 miliardi di euro per la natalità e la lotta alla povertà delle famiglie. Tra le misure principali, l’Isee sarà calcolato escludendo la prima abitazione, con un tetto catastale fino a 75mila euro, mentre verranno confermati il terzo mese di congedo parentale pagato all’80%, la social card “Dedicata a te” e il bonus per i nuovi nati. È allo studio anche un aumento del bonus mamma, portandolo da 40 a 60 euro mensili, e un potenziamento del sostegno per le lavoratrici madri con almeno due figli e reddito annuo sotto i 40mila euro.

Lavoro e flat tax sui nuovi contratti

Il governo stanzierà 2 miliardi di euro per accompagnare l’adeguamento degli stipendi al costo della vita, introducendo una mini aliquota fiscale del 10% sugli aumenti di retribuzione derivanti dai rinnovi contrattuali tra il 1° gennaio 2026 e il 31 dicembre 2028.

Bonus ristrutturazione e investimenti per la sanità

Confermata la detrazione al 50% per la prima casa e al 36% per le seconde abitazioni, con possibile modulazione in base al reddito e alla composizione del nucleo familiare. Sul fronte sanitario, il DPB prevede 2,4 miliardi di euro per il 2026 e 2,65 miliardi per ciascuno dei due anni successivi, destinati all’assunzione di nuovo personale, alla riduzione delle liste di attesa e al potenziamento di posti letto e stipendi per medici e infermieri.

Aiuti alle imprese e proroghe fiscali

Per le aziende, confermato il super ammortamento per i beni strumentali nuovi, con un plafond triennale di 4 miliardi, e un credito d’imposta per le imprese situate nelle Zone Economiche Speciali del Sud Italia. Rinviate di un anno la Plastic Tax e la Sugar Tax, in attesa di nuove valutazioni sugli effetti economici.

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