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DEMOGRAFIA
21.10.2025 - 07:16
Negli ultimi 15 anni Chioggia ha visto svanire oltre duemila residenti. Il welfare è in pericolo
CHIOGGIA - Chioggia in calo demografico: meno residenti, meno nascite. Negli ultimi quindici anni, Chioggia ha visto svanire oltre duemila residenti. Il dato, contenuto nel Documento Unico di Programmazione 2026–2028 approvato dal Consiglio comunale, lancia un segnale chiaro: la città sta lentamente perdendo popolazione.
Nel 2011, Chioggia contava 49.735 abitanti. Alla fine del 2024, il numero è sceso a 47.621. Un calo che impone riflessioni profonde su urbanistica, servizi sociali e politiche di attrattività. Il trend non è solo numerico: dietro ai dati si nasconde una trasformazione sociale. Le nascite sono in picchiata e tanti lasciano il territorio. Nel 2024, infatti, i nuovi nati sono stati appena 222, mentre i decessi hanno raggiunto quota 563. Il saldo naturale è negativo: –341. A questo si aggiungono 545 residenti che hanno lasciato la città, contro 573 nuovi arrivi. Il bilancio migratorio è positivo ma risicato: +28. Molti giovani qualificati lasciano Chioggia in cerca di opportunità professionali altrove. Al contrario, chi arriva spesso è disposto a svolgere lavori meno ambiti, rifiutati dalle nuove generazioni locali. La popolazione sta invecchiando in maniera sempre più vistosa, anche a causa della fuga dei giovani. A fine 2024, i bambini sotto i 6 anni erano 1.915, mentre gli studenti tra i 7 e i 14 anni erano 2.723. I giovani tra i 15 e i 29 anni, in cerca di lavoro o appena assunti, erano 6.608.
Gli adulti tra i 30 e i 65 anni rappresentano la fascia più ampia: 23.880. Gli over 65 sono 2.495. Per invertire la tendenza, probabilmente servono anche politiche abitative in grado di attrarre le giovani coppie ad arrivare o a rimanere nel territorio. Ma con poche possibilità di trovare lavoro in zona, l’attrattiva del territorio è ai minimi termini e, con la nascita di tantissimi bed&Breakfast in centro storico, in questi anni, è difficilissimo anche solo trovare una casa in affitto. Da un recente report di Spi Cgil il 2030 è il famoso punto di non ritorno.
Il welfare della città è infatti in pericolo. Nelle casse comunali infatti, potrebbero non entrare abbastanza tasse per poter garantire i servizi a una popolazione che, tra 10 anni, sarà composta con una percentuale ancora maggiore di pensionati e anziani. Toccherà alla politica trovare soluzioni in breve tempo per invertire questo trend negativo.
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