Vedi tutte
veneto
24.10.2025 - 12:34
MESTRE - Dal 30 ottobre 2025 al 1° marzo 2026, il Centro Culturale Candiani accoglierà una delle esposizioni più attese della stagione: “Munch. La rivoluzione espressionista”, una grande mostra dedicata a Edvard Munch (Løten, 1863 – Oslo, 1944), il pittore e litografo che ha dato voce al tormento e all’inquietudine dell’animo umano, trasformandosi in ponte tra Simbolismo, Postimpressionismo ed Espressionismo.
Ideata e organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, la rassegna — eccezionalmente allestita nelle sale espositive del terzo piano del Candiani — propone un viaggio oltre l’immagine iconica de L’urlo, per esplorare l’eredità culturale e artistica di Munch nella Mitteleuropa e nel mondo contemporaneo.
Munch, figura cosmopolita e inquieta, attraversò l’Europa dei fermenti e delle avanguardie: Parigi, Berlino, Monaco, Bruxelles, Roma. Nei suoi soggiorni e viaggi raccolse echi di Goya e Rembrandt, Redon e Toulouse-Lautrec, ma anche di Van Gogh e Gauguin, assorbendo le influenze del Simbolismo e del Postimpressionismo per trasformarle in un linguaggio unico, vibrante e psicologico. Il suo “spirito nordico” contagiò le grandi Secessioni di Monaco, Vienna e Berlino, portando in Europa una nuova dimensione emotiva della pittura.
La mostra si articola in sette sezioni che intrecciano opere, temi e influenze. Il percorso parte dalle quattro incisioni di Munch conservate nella Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro — Angoscia, L’urna, La fanciulla e la morte, Ceneri — per poi ampliare lo sguardo ai movimenti e agli artisti che con lui dialogarono o ne furono influenzati.
Il confronto iniziale è con il connazionale Aksel Waldemar Johannessen (1880–1922), interprete di un dramma umano intenso e realistico, vicino alla tensione espressiva di Munch.
Due sezioni sono dedicate alle Secessioni mitteleuropee, luoghi di rottura e innovazione che, tra fine Ottocento e inizio Novecento, rivoluzionarono l’arte europea. A Monaco, nel 1892, Munch venne duramente criticato dalla stampa conservatrice, tanto che la mostra al Verein Bildender Künstler fu chiusa dopo appena una settimana. Uno scandalo che lo rese celebre e che diede impulso alla nascita della Secessione di Berlino (1898).
In queste atmosfere di fermento culturale si collocano anche i nomi di Franz von Stuck, con il suo simbolismo visionario, e degli italiani Arturo Martini e Alberto Martini, che seppero trarre ispirazione dal clima innovativo tedesco.
Superando l’Impressionismo, Munch si avvicina a Redon, Sérusier, Bonnard, Klinger e Böcklin, costruendo una pittura densa di simboli e introspezione. In Belgio, artisti come Félicien Rops e James Ensor declinano il simbolismo in chiave fantastica e satirica, mentre in Italia Wildt, Laurenti e Valeri offrono interpretazioni originali della tensione interiore e del mistero.
La sezione dedicata alla grafica mostra come il linguaggio incisivo di Munch influenzi il nascente Espressionismo tedesco. Il gruppo Die Brücke, con Erich Heckel, riscopre la xilografia come forma diretta e primitiva, ispirandosi tanto a Dürer quanto al maestro norvegese. Dopo la Grande Guerra, artisti come Otto Dix e Max Beckmann traducono quella lezione in immagini spietate e dolorose, specchio delle ferite del Novecento.
Nel capitolo conclusivo, L’urlo contemporaneo, riecheggia la potenza universale del grido di Munch attraverso i maestri del XX e XXI secolo: Renato Guttuso, Zoran Mušič, Ennio Finzi, Emilio Vedova, Mike Nelson, Brad Kahlhamer, Tony Oursler, Marina Abramović e Shirin Neshat. Ognuno, con linguaggi diversi, raccoglie l’eredità emotiva e simbolica del suo grido, trasformandolo in riflessione sulla tragedia, sulla memoria e sulla condizione umana.
Con questa mostra, la Fondazione Musei Civici inaugura un nuovo corso per il Candiani, che sarà ripensato come “Casa delle Contemporaneità”, museo permanente dedicato all’arte italiana e internazionale dal 1948 a oggi.
L’ingresso alla mostra è gratuito, con registrazione obbligatoria online.
©2024 CHIOGGIA NOTIZIE - P. Iva 01463600294 - Tutti i diritti riservati.
Email: redazione@chioggianotizie.it | Credits: www.colorser.it