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24.10.2025 - 12:31
VENEZIA - È arrivata la stretta del questore di Treviso Alessandra Simone dopo la violenta rissa tra tifosi del Padova e del Venezia avvenuta lo scorso luglio lungo l’autostrada A27, all’altezza dell’area di servizio Cervada Est. Quindici persone, ritenute tra i principali partecipanti agli scontri, sono state raggiunte in questi giorni da provvedimenti di Daspo, con divieti di accesso agli impianti sportivi che vanno da uno a dieci anni.
I provvedimenti, emessi al termine di una complessa indagine condotta dalla Digos della Questura di Treviso, colpiscono due ultras del Padova e tredici del Venezia, tutti residenti tra le province di Padova, Venezia e Verona.
Le posizioni più gravi sono quelle di due tifosi biancoscudati, di 35 e 26 anni: per loro il divieto di accesso alle manifestazioni sportive durerà rispettivamente 10 e 7 anni, con in più l’obbligo di firma durante le partite della propria squadra per i prossimi 7 e 5 anni. Gli altri tredici, sostenitori del Venezia di età compresa tra i 23 e i 51 anni, dovranno invece rispettare Daspo di durata variabile da uno a cinque anni.
Le misure arrivano dopo gli scontri avvenuti il 19 luglio, quando circa una trentina di tifosi delle due squadre si erano affrontati in un violento corpo a corpo durato una quindicina di minuti. Secondo la ricostruzione degli investigatori, durante la rissa erano state utilizzate aste di bandiere, cinture e altri oggetti come armi improprie.
Il momento più drammatico si era verificato quando alcuni ultras avevano tentato di scaraventare una moto da 180 chili contro un giovane già a terra, mentre un altro tifoso era rimasto ustionato al collo dalle fiamme di un fumogeno, acceso pericolosamente a pochi metri dai distributori di carburante dell’area di servizio.
Quando la situazione era tornata alla calma, i due gruppi si erano allontanati: i tifosi del Padova avevano raggiunto Sottocastello (Belluno), dove la squadra era in ritiro precampionato, mentre quelli del Venezia si erano diretti verso Falcade, teatro di un’amichevole contro il Real Vicenza.
Le indagini della Digos hanno consentito di ricostruire l’intera dinamica attraverso le immagini della videosorveglianza e le testimonianze raccolte, nonostante le difficoltà dovute al fatto che molti partecipanti avevano il volto coperto.
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