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Ia, giovani e le aziende del futuro

Al “Digital Meet” confronto tra scuola, imprese e istituzioni sulle nuove tecnologie

Ia, giovani e le aziende del futuro

Dal tessile, al pastificio fino all’agricoltura: tecnologia e sostenibilità possono crescere insieme

CAVARZERE - Secondo appuntamento per il “Digital meet” promosso dall’università popolare di Cavarzere, nell’ambito della settimana nazionale dedicata alla cultura digitale che coinvolge 15 regioni italiane con oltre 130 eventi. L’obiettivo è offrire un’occasione di dialogo e confronto su come l’innovazione e l’intelligenza artificiale stiano trasformando i settori che rappresentano il cuore del Made in Italy - dall’agricoltura alla manifattura, fino al commercio e ai servizi - e come queste tecnologie possano diventare strumenti concreti di crescita per il territorio.

L’istituto Marconi di Cavarzere sta già seguendo questa direzione: gli studenti hanno presentato progetti di programmazione e realizzazione di dispositivi tecnologici innovativi, dimostrando come la scuola stia formando competenze avanzate nell’ambito della robotica e del digitale. Esempio significativo arriva anche dalla squadra Stem Racing, impegnata in progetti che uniscono meccanica, ingegneria e intelligenza artificiale, e dal collegamento con gli studenti presenti al Ferrari Challenge del Mugello.

L’incontro, organizzato in collaborazione con Confindustria Veneto Est, Confartigianato, Confcommercio, Coldiretti, Confagricoltura e Cna, si è articolato in tre sezioni tematiche - coltivare, costruire, creare - con la partecipazione diretta degli studenti.

Loredano Grande, legale rappresentante di “Pasticceria Veneta” e membro di Confindustria Veneto Est, ha sottolineato l’importanza di seminare e coinvolgere le nuove generazioni.
Le imprese faticano a trovare personale qualificato - ha osservato - e la collaborazione con le scuole è fondamentale per formare ragazzi pronti ad affrontare le nuove sfide del lavoro”.

Anna Granata, esperta di politiche europee e innovazione, ha illustrato come le imprese stiano affrontando la transizione digitale:
Dopo anni di focus sulla transizione 4.0 e 5.0, oggi gli investimenti si orientano sempre più verso l’intelligenza artificiale. Molte aziende però faticano a introdurla per la mancanza di competenze adeguate”.

Giada Beltrame, social media manager di Confcommercio Cavarzere e Cona e di Pecore Elettriche, ha portato la prospettiva della comunicazione digitale:
L’intelligenza artificiale è una base di partenza, ma non può sostituire la persona, perché elabora dati, mentre noi abbiamo la mente e la sensibilità per interpretare”.

Di particolare interesse l’intervento di Stefano Lionello, rappresentante Coldiretti di Venezia e responsabile dell’ufficio zona di Cavarzere e Cona, che ha portato una riflessione sul rapporto tra generazioni nelle aziende agricole.
“Abbiamo avviato un progetto che ha coinvolto una cinquantina di aziende, dove accanto al titolare, spesso di età avanzata, è entrato un nipote o un figlio interessato alle nuove tecnologie. L’obiettivo era capire se ci fosse la possibilità di collaborare tra generazioni nella gestione digitale dell’impresa”.

Dal sondaggio è emerso che anche le piccole aziende agricole, pur con risorse limitate, mostrano una crescente sensibilità verso l’innovazione, in particolare nei settori della vendita diretta, delle aziende agrituristiche e delle fattorie con vocazione sociale.
“Ci ha colpito - ha spiegato - l’interesse dei giovani per progetti legati al benessere animale e all’agricoltura sociale, come la collaborazione con istituti di pena o centri di cura. Un segnale importante: quando l’azienda ha uno scopo che va oltre la mera sopravvivenza, c’è anche più apertura verso la tecnologia”.

Alberto Rossi, titolare di una lavanderia industriale del settore moda, è esempio concreto di come anche le piccole e medie imprese possano integrare tecnologie digitali e sostenibilità.
“La nostra azienda nasce nel 1986 - ha raccontato - nel pieno di un distretto tessile che all’epoca era tra i più importanti in Europa. Negli anni da lavorazioni manuali siamo passati all’uso di macchinari intelligenti e di sistemi gestionali che oggi ci permettono di analizzare i big data dei nostri processi produttivi”.

Grazie all’uso dell’intelligenza artificiale e all’analisi dei dati, l’azienda ha ottenuto risultati notevoli:
35% di consumo medio di acqua per capo;
7% di consumo di gas;
20% nei tempi medi di lavorazione interna.
“Risultati - ha spiegato - raggiunti semplicemente imparando a leggere e usare i dati che già avevamo. L’intelligenza artificiale non sostituisce l’imprenditore, ma lo aiuta a prendere decisioni migliori e più sostenibili”.

Rossi ha poi parlato del ruolo dei giovani in azienda:
“Negli ultimi anni, un po’ in controtendenza, abbiamo assunto diversi ragazzi. Siamo stati fortunati a trovare chi si è appassionato al mestiere e alla tecnologia. Mentre chi lavora da più tempo vede l’arrivo di un nuovo macchinario come un peso, i giovani lo accolgono come una sfida, un’occasione per imparare”.

A chiudere la dirigente Daniela Boscolo, che ha tracciato un quadro delle sfide che la scuola sta affrontando nel formare le competenze del futuro.
“Da anni il Ministero investe sulla transizione digitale - ha spiegato - e grazie ai fondi del Pnrr siamo riusciti a rinnovare i laboratori dei tecnici e dei professionali. Facciamo però ancora fatica ad attrarre studenti verso percorsi come l’automazione o la robotica, che vengono percepiti come distanti dalle realtà produttive del territorio”.

Boscolo ha evidenziato il divario tra ciò che la scuola insegna e ciò che le imprese applicano:
Insegniamo ai ragazzi a gestire processi digitali complessi, ma quando vanno in alternanza scuola-lavoro trovano contesti dove queste tecnologie non sono ancora diffuse. Ecco perché la scuola oggi vive una fase di mezzo: deve preparare a lavori che ancora non esistono”.

La dirigente ha ricordato come la sfida non sia solo tecnologica, ma anche culturale:
“Dobbiamo insegnare ai ragazzi competenze che serviranno in un futuro ancora astratto. È difficile, ma necessario. Li ringrazio per la fiducia, perché studiare qualcosa che non si vede ancora nel mondo reale richiede coraggio. Ma questa è la realtà che ci aspetta, e noi dobbiamo farci trovare pronti”.

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