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25.10.2025 - 16:23
VENEZIA - Torna a salire la Cassa integrazione guadagni (Cig) in Veneto.
Secondo le elaborazioni dell’Ufficio studi della CGIA, nel primo semestre del 2025 le ore autorizzate hanno raggiunto quota 38,2 milioni, con un incremento del 9,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari a 3,2 milioni di ore in più. Un aumento significativo, ma comunque inferiore rispetto a quello registrato in Lombardia (+17,9%) e in Emilia Romagna (+20,5%).
A livello territoriale, le situazioni più critiche emergono in provincia di Rovigo (+60,1%), seguita dalla Città Metropolitana di Venezia (+59,5%) e da Vicenza (+10,8%). In controtendenza, invece, Belluno, che segna una contrazione del 16%. I settori maggiormente colpiti restano quelli del tessile, dell’abbigliamento, delle calzature, oltre all’automotive, alla metallurgia, alla meccanica e alla produzione di mobili.
Parallelamente, il quadro occupazionale regionale continua a mostrare segnali positivi. Il Veneto si conferma tra le regioni con i migliori livelli di occupazione in Italia: nel 2025 gli occupati dovrebbero raggiungere le 2.232.000 unità, mentre il tasso di disoccupazione è destinato a scendere sotto la soglia del 3%, con circa 70.000 persone senza lavoro. Solo le province autonome di Trento e Bolzano fanno meglio.
Tuttavia, l’Ufficio studi della CGIA avverte che, nonostante l’aumento dell’occupazione, le retribuzioni restano ferme e la produttività non cresce in modo proporzionale, soprattutto nei servizi e nel terziario. Gli stipendi medi italiani rimangono al di sotto della media europea, mentre il tasso di occupazione femminile continua a essere basso e la quota dei NEET – giovani che non studiano e non lavorano – resta preoccupante.
Il rischio, avverte la CGIA, è quello di un rallentamento economico strutturale. Con una produzione industriale che fatica a riprendersi e un ricorso crescente alla cassa integrazione, l’economia regionale – e nazionale – mostra più ombre che luci.
“Per evitare una crisi strisciante come quella che ha già colpito Germania e Francia – si legge nel rapporto – è indispensabile accelerare l’attuazione del PNRR. Spendere bene e in tempi rapidi gli oltre 100 miliardi di euro ancora disponibili entro giugno 2026 rappresenta un passaggio decisivo per sostenere la crescita e l’ammodernamento del Paese.”
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