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01.11.2025 - 14:06
VENEZIA - Libretti di risparmio e Buoni Fruttiferi Postali continuano a rappresentare tra le forme di risparmio più apprezzate dai cittadini della provincia di Venezia. Secondo i dati diffusi da Poste Italiane, sul territorio provinciale sono attivi oltre 302 mila libretti di risparmio, di cui il 2% dedicati ai minori, e 373 mila Buoni Fruttiferi Postali, con una quota del 5% riservata ai giovani risparmiatori. L’ammontare complessivo dei depositi raggiunge circa 1,3 miliardi di euro sui libretti e 2,4 miliardi sui buoni, con una diffusione che vede il 44% dei cittadini possedere almeno un Buono Fruttifero e il 35% un libretto di risparmio.
I dati sono stati illustrati nel corso dell’evento per i 150 anni del Risparmio Postale, organizzato da Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti presso il Centro Congressi La Nuvola, nel quartiere Eur di Roma, e hanno confermato la continuità del legame tra i cittadini e questi strumenti, apprezzati per la loro sicurezza, semplicità e trasparenza. Su scala nazionale, i libretti superano i 62 milioni, mentre i buoni postali sono oltre 78 milioni, confermando un trend consolidato anche in Veneto, con circa 1,7 milioni di buoni per un valore di 7,8 miliardi di euro e 2,7 milioni di libretti per un totale di oltre 17 miliardi di euro. All’evento hanno preso parte anche i sindaci di Cavarzere, Pierfrancesco Munari, e di Cona, Alessandro Aggio.
Poste Italiane sottolinea come sia possibile aprire un libretto o sottoscrivere un buono fruttifero presso qualsiasi ufficio postale della provincia, oppure online tramite il sito www.poste.it o l’app BancoPosta, ricordando che questi strumenti sono garantiti dallo Stato, esenti da costi di gestione, con tassazione agevolata ed esenti dall’imposta di successione.
La storia del Risparmio Postale inizia ufficialmente nel 1875, grazie alla collaborazione tra Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti, offrendo ai cittadini uno strumento sicuro e accessibile per depositare i propri risparmi. Inizialmente, i libretti erano diffusi soprattutto nei Comuni privi di istituti bancari, e la rete postale, già allora capillare, permetteva di raggiungere un numero crescente di cittadini, comprese scuole, opifici, stabilimenti industriali e comunità di italiani all’estero.
Cinquant’anni dopo, nel 1925, debuttano i Buoni Fruttiferi Postali, strumenti apprezzati per la convenienza e la possibilità di rimborso in qualsiasi momento, con un tasso di interesse crescente nel tempo. La combinazione di libretti e buoni ha permesso di far accumulare risparmi significativi agli italiani: tra il 1925 e il 1926 furono versati circa quattro milioni di lire, portando lo stock complessivo a oltre dieci miliardi. Negli anni successivi, nonostante le guerre, i depositi continuarono a crescere, contribuendo a sostenere l’economia nazionale.
Il Risparmio Postale ha da sempre rappresentato un patto sociale tra cittadini e istituzioni. Attraverso i fondi raccolti, Cassa Depositi e Prestiti ha potuto finanziare infrastrutture strategiche, dalla costruzione di strade, scuole e ospedali alla realizzazione di acquedotti e reti ferroviarie, sostenendo anche interventi di ricostruzione in seguito a calamità naturali o conflitti. Nel dopoguerra, i risparmi postali hanno contribuito al miracolo economico italiano, al rilancio dell’industria e all’edilizia popolare, come nel caso di Villa Gordiani a Roma, e hanno supportato progetti culturali aperti al pubblico, come il Palazzo delle Esposizioni e la Libera Università di Urbino.
Oggi, il Risparmio Postale conserva la sua centralità per milioni di italiani, con circa 27 milioni di sottoscrittori e uno stock complessivo di circa 320 miliardi di euro. L’evoluzione tecnologica ha inoltre permesso la dematerializzazione dei libretti e dei buoni, accessibili anche online, confermando la loro capacità di garantire stabilità finanziaria, sicurezza e una forma di risparmio che, da oltre un secolo e mezzo, accompagna le famiglie italiane nella realizzazione dei propri progetti di vita.
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