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06.11.2025 - 17:48
Filippo Turetta, davanti alla Corte d'Assise di Venezia
VENEZIA - Si chiude definitivamente la vicenda processuale di Filippo Turetta, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin il 3 dicembre 2024. Lo scorso 14 ottobre, infatti, Turetta – attualmente detenuto nel carcere di Montorio a Verona – aveva comunicato tramite una lettera la decisione di rinunciare al processo d’appello. Ora anche la Procura generale presso la Corte d’Appello di Venezia ha scelto di rinunciare al secondo grado di giudizio, come confermano i legali della famiglia Cecchettin.
La sentenza di primo grado, con cui Turetta era stato riconosciuto colpevole di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, diventa così definitiva. La Procura aveva contestato anche le aggravanti di stalking e crudeltà, non accolte dal Tribunale.
«Una scelta – hanno dichiarato all’Ansa gli avvocati Nicodemo Gentile, Piero Coluccio e Stefano Tigani – che, a seguito della rinuncia all’appello da parte dell’imputato Filippo Turetta, riteniamo coerente, giusta e pienamente condivisibile. Infatti, la rinuncia dell’imputato rende definitiva la sentenza di primo grado e cristallizza, senza più margini di dubbio, la sussistenza dell’aggravante della premeditazione: tra le circostanze più gravi e subdole previste dal nostro ordinamento».
Secondo i legali, la famiglia Cecchettin «ha affrontato ogni fase del processo con dolore profondo ma con straordinaria dignità. Oggi sente l’esigenza di voltare pagina, di interrompere quel circuito giudiziario che, inevitabilmente, continuava a riaprire la ferita. Con la definitiva affermazione delle gravissime responsabilità dell’imputato Filippo Turetta, resta ora un impegno essenziale: trasformare il dolore in consapevolezza, affinché la società – a partire dai più giovani – possa riconoscere, prevenire e contrastare le radici profonde della violenza di genere».
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