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veneto
07.11.2025 - 14:51
VENEZIA - Negli ultimi anni in Italia le truffe telefoniche si sono moltiplicate, evolvendosi insieme alla tecnologia e diventando sempre più sofisticate. I truffatori non si limitano più a impersonare un parente in difficoltà: oggi sfruttano l’intelligenza artificiale, capace di riprodurre fedelmente una voce reale partendo da pochi secondi di registrazione. Il risultato è una frode difficile da smascherare, che spesso colpisce persone anziane o fragili.
Per contrastare questo fenomeno, si sta diffondendo anche nel nostro Paese una pratica tanto semplice quanto efficace: il “codice di famiglia”, una parola segreta condivisa solo tra i propri cari. Il meccanismo è elementare: in caso di telefonata sospetta, basta chiedere “Qual è il nostro codice di famiglia?” e verificare la risposta. Se l’interlocutore esita o non conosce la parola concordata, è quasi certo che si tratti di un impostore.
Già sperimentato negli Stati Uniti, questo sistema si sta rivelando un valido strumento di prevenzione anche in Italia, dove le truffe via telefono e sms sono in costante aumento. Tuttavia, come ricordano gli esperti, nessuna misura è infallibile: il codice deve essere accompagnato da prudenza, calma e consapevolezza.
Le nuove tecniche di raggiro sfruttano le potenzialità dell’intelligenza artificiale. Sempre più spesso i truffatori riescono a clonare la voce di figli o nipoti, simulando emergenze e chiedendo denaro con toni concitati: “Nonna, ho avuto un incidente, mi servono soldi subito”. È un messaggio studiato per gettare nel panico chi lo riceve e spingerlo ad agire d’impulso. In alcuni casi, dopo la chiamata, si presenta a casa un complice che finge di essere un avvocato o un carabiniere, incaricato di ritirare la somma richiesta.
Il fenomeno si è ulteriormente aggravato con l’introduzione di tecniche come il “caller ID spoofing”, che permette di falsificare i numeri telefonici, facendo apparire la chiamata come proveniente da commissariati, banche o enti pubblici. A queste si aggiunge lo “smishing”, una forma di truffa via sms che invita a cliccare su link per risolvere presunti problemi di pagamenti o consegne. I siti collegati sono falsi e servono solo a sottrarre dati bancari o denaro tramite bonifici istantanei.
Le forze dell’ordine invitano a mantenere sempre alta l’attenzione: non bisogna mai fornire dati personali o bancari al telefono, né cliccare su link sconosciuti. In caso di sospetto, è fondamentale interrompere la comunicazione e contattare subito i Carabinieri o la Polizia postale. Importante anche sensibilizzare gli anziani e stabilire all’interno della famiglia un piccolo protocollo di sicurezza che comprenda l’uso del codice segreto.
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