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Cavarzere

Per dare voce a chi non ne ha più

La poliziotta Accardo, vittima di violenza, si racconta alla cittadinanza il 25 novembre

Per dare voce a chi non ne ha più

Tante le iniziative per la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

CAVARZERE - Dare voce a chi non ha voce. È questo il messaggio che Alessandra Accardo porterà al centro del suo intervento martedì 25 novembre, quando, alle 10.45, nella sala convegni di palazzo Danielato, offrirà la sua testimonianza di poliziotta vittima di violenza, assumendo il ruolo di “voce di chi non ha più voce”. La sua presenza a Cavarzere costituirà il fulcro della giornata contro la violenza sulle donne, momento di riflessione rivolto agli studenti e a tutta la cittadinanza. “La giornata è parte di un insieme di iniziative rivolte agli studenti e a tutta la cittadinanza” spiega Frediana Fecchio, tra gli organizzatori dell’evento.

Le attività prenderanno avvio alle 9.30 con la deposizione di un mazzo di fiori alla panchina Maila, di fronte all’Aliper, in memoria delle donne vittime di violenza. Alle 10.30 seguirà l’inaugurazione della mostra ‘Discriminazioni e violenza di genere’, realizzata dagli studenti dell’istituto Veronese-Marconi di Cavarzere in collaborazione con lo Spi-Cgil locale, nell’ambito del progetto ‘Educazione alla legalità’. “Poi ci sposteremo nella sala convegni della biblioteca per l'incontro pubblico con Accardo, al quale sarà presente anche l’assessore Mattia Bernello in rappresentanza dell’amministrazione comunale”, aggiunge Fecchio.

Accardo, agente della questura di Napoli, porta su di sé il peso di un’aggressione avvenuta nel 2022, quando, di ritorno da lavoro, venne picchiata e violentata da un 23enne cittadino del Bangladesh, condannato poi a 14 anni per violenza sessuale e tentato omicidio con rito abbreviato. “Aveva trovato una pietra - raccontava Accardo nel 2023 a Today - e con quella mi ha colpita forte non so quante volte. Mi ha staccato un'unghia a forza di sassate contro le mani. Mi ha colpito in testa. Mi ha dato un morso sulla guancia. Mi sbatteva la testa a terra, mi tirava i capelli così forte che ne ho perse ciocche intere. Sanguinavo dal volto, da un orecchio, dalle ginocchia lacerate perché mi ha trascinata dietro un gabbiotto. Ma io volevo sopravvivere”.

Lei, nonostante le ferite ha scelto di non lasciarsi sopraffare dalla paura. “Avevo un versamento nell’occhio, ho una collezione di cicatrici e un punto di sutura in fronte. Oltre a ferite ancora evidenti alle ginocchia. Ma una cosa non ho: la paura” - aveva dichiarato durante una intervista ad Open nel 2023.

Fecchio aveva inoltre ribadito l’importanza di raccontare la propria esperienza: “Le vittime vanno ascoltate con rispetto. Condividere il dolore aiuta te e gli altri” - aveva precisato.

Alessandra è una donna molto forte che, nonostante la violenza, ha alzato la testa e ha deciso di trasmettere un messaggio potente ed importante: ‘dobbiamo riprendere in mano la nostra vita’”, prosegue Fecchio, sottolineando come il cuore della testimonianza dell’agente sia “dare voce a chi non ha voce, a quelle donne che non possono più parlare”.

L’incontro offrirà anche l’occasione per riflettere sulle cicatrici lasciate da tali violenze, segni che possono guarire ma che talvolta non si rimarginano completamente.

Nel 2024 Accardo è stata premiata a Treviso con un riconoscimento speciale nell’ambito della cerimonia della 24esima edizione del ‘Premio Internazionale della Bontà’ promosso dal comitato della croce di Cavarzere per essere stata ‘Prima Vittima e poi testimone di un coraggioso messaggio di denuncia rivolto a tutte le donne che subiscono abusi e violenze’. Nello stesso anno Accardo ha ricevuto il ‘Premio nazionale Paolo Borsellino’ per il suo impegno civile, quale testimone della campagna contro la violenza sulle donne. Prima dell’appuntamento di Cavarzere, farà tappa a Chioggia il 24 novembre, alle 17.30, a palazzo Grassi, insieme al questore di Venezia Gaetano Bonaccorso, al dirigente della Polizia anticrimine Giampaolo Palmieri, all’assessore alle pari opportunità Paola Orlando e ai rappresentanti dei Centri antiviolenza di Chioggia e Cavarzere.

Con la sua testimonianza, Accardo porta a Cavarzere un messaggio che attraversa la sua esperienza personale e si fa monito collettivo: rompere il silenzio, riconoscere le ferite e restituire voce a chi, troppo spesso, non è più ascoltato.

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