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Cavarzere

Lo stile di vita che salva vite

Grande interesse per la lezione sulla prevenzione cardiovascolare dell’università popolare

Lo stile di vita che salva vite

Un momento formativo con il dottor Valle, promosso dall’associazione “Il Cuore per amico”

CAVARZERE - La prevenzione cardiovascolare non è solo una pratica medica: è un investimento vitale per la salute pubblica e per la sostenibilità del sistema sanitario. Questo il messaggio centrale trasmesso da Roberto Valle, direttore dell’unità operativa complessa di cardiologia di Chioggia, durante la lezione organizzata dall’università popolare di Cavarzere, in collaborazione con l’associazione “Il Cuore per Amico”. L’incontro, dedicato alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, ha affrontato fattori di rischio, strategie di screening, stili di vita corretti e interventi clinici avanzati, con particolare attenzione a bypass, valvole cardiache e gestione del colesterolo.

“Nel mio ruolo di assessore alle politiche sanitarie – ha spiegato l’assessore Marco Grandi – la prevenzione è probabilmente la miglior cura e anche il miglior sistema di economia sanitaria. I dati lo confermano: prevenire significa ridurre spese molto più elevate legate alla gestione delle patologie. È un piacere vedere Cavarzere così partecipante a questa manifestazione”.

Giorgio Berto, presidente dell’associazione “Il Cuore per Amico”, ha illustrato l’attività dell’associazione: “Siamo nati nel 2016 come sezione distaccata di Chioggia, diventando indipendenti nel 2022. Abbiamo realizzato oltre 800 screening gratuiti nei comuni di Cavarzere e Cona e formato circa 300 ragazzi delle medie al massaggio cardiaco. Alle superiori, invece, insegniamo l’uso del defibrillatore: ragazzi di 18 anni sanno ormai intervenire in caso di arresto cardiaco entro i cinque minuti cruciali”.

Berto ha poi spiegato l’importanza della collocazione dei defibrillatori nelle frazioni, un impegno reso possibile grazie alla collaborazione con i comitati di zona e al contributo dei soci: “Abbiamo già installato dispositivi a Boscochiaro e San Pietro e ne installeremo altri a San Giuseppe, Rottanova e Cantarana. Ogni installazione è accompagnata da formazione pratica per la popolazione. Uno sforzo economico e organizzativo importante ma che può salvare vite”.

Il dottor Valle ha aperto il suo intervento enfatizzando l’efficacia degli screening: “Durante le nostre uscite in piazza, identifichiamo pazienti con fibrillazione atriale non diagnosticata, che ha un rischio del 5-10% all’anno di causare ictus. Intervenire tempestivamente significa prevenire conseguenze gravissime”.

Spostandosi sugli interventi clinici, Valle ha chiarito la distinzione tra bypass e stent: “Il bypass serve a superare un’arteria coronaria chiusa, deviando il flusso sanguigno con un’arteria prelevata dal corpo del paziente. Le valvole, invece, sono interessate dall’invecchiamento e da predisposizioni genetiche, soprattutto sopra i 75 anni, e richiedono interventi mirati”.

Sulla gestione dei fattori di rischio, Valle ha fornito una panoramica approfondita: “I principali fattori sono ipertensione, colesterolo LDL elevato, diabete, obesità, sedentarietà e fumo. Interventi mirati e corretti stili di vita riducono drasticamente il rischio di infarto e ictus”.

Valle ha poi sottolineato l’importanza di stili di vita corretti e attività fisica: “Camminare almeno tre chilometri al giorno riduce il rischio cardiovascolare fino all’80%. Una dieta mediterranea ricca di pesce, verdura e legumi, il controllo del peso, la gestione dello stress e la cessazione del fumo sono tutti strumenti efficaci”.

L’attenzione alla prevenzione si estende anche alla popolazione più giovane: “Abbiamo formato centinaia di ragazzi all’uso del defibrillatore e al massaggio cardiaco - ha ricordato Berto -. Il tempo di intervento è cruciale: meno di cinque minuti possono fare la differenza tra la vita e la morte”.

Il dottor Valle ha inoltre trattato in dettaglio la gestione dell’ipertensione e del colesterolo, spiegando come la pressione arteriosa vada mantenuta sotto i 120/80 mmHg nei soggetti sani, con margini leggermente più alti nei pazienti anziani, e come il colesterolo LDL, principale responsabile delle placche aterosclerotiche, debba essere monitorato e trattato secondo le linee guida.

“Oggi, grazie a bypass, valvole e stent, possiamo intervenire su pazienti che 40 anni fa avrebbero avuto scarse possibilità di sopravvivenza. Negli ultimi trent’anni – ha concluso – abbiamo dimezzato il numero di infarti gravi grazie a una combinazione di screening, interventi farmacologici e stili di vita corretti. È un risultato straordinario, ma perfettibile: possiamo fare ancora di più”.

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