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TURISMO
22.11.2025 - 14:00
Giorgio Bellemo, presidente di Ascot
Bellemo (Ascot): “Anche 8mila euro di conguaglio. Alcuni hanno chiesto una rateizzazione”
CHIOGGIA - Tari, la rabbia dei balneari: “Così non si può andare avanti”. Una pioggia di bollette salate ha scatenato la protesta dei gestori degli stabilimenti balneari. A lanciare l’allarme è Giorgio Bellemo, presidente dei balneari di Ascot, che racconta di essere stato sommerso da messaggi di indignazione dopo che molti concessionari hanno ricevuto, proprio in questi giorni, i conguagli della tassa sui rifiuti (Tari), da saldare entro il 31 dicembre.
Le cifre? Spesso a quattro zeri. E il tempismo è pessimo: le attività sono ferme, i conti dell’anno si stanno chiudendo e le entrate sono al minimo. “C’è un’esasperazione palpabile – afferma Bellemo –. I miei associati sono stanchi, sentono di essere arrivati al limite. Parlare di rivoluzione non è più un’iperbole”. Il nodo è sempre lo stesso: la tassa sui rifiuti continua a crescere, anno dopo anno, senza che si trovino soluzioni strutturali. “Chi pagava 17.400 euro a trimestre – spiega Bellemo – ora si trova a dover versare altri 8mila euro di conguaglio. E non sono casi isolati. Alcuni sono già corsi in banca per chiedere una rateizzazione”.
L’ultima revisione delle tariffe è stata approvata a maggio dal consiglio comunale, nonostante le critiche dell’opposizione. Il risultato? Un incremento medio del 6% per le famiglie e del 13% per le imprese. Sommando gli aumenti degli ultimi anni, si arriva a un rincaro complessivo del 40% tra il 2022 e il 2025. L’assessora al bilancio Paola Orlando, dopo il consiglio comunale, ha difeso la manovra spiegando che le tariffe sono calcolate secondo le linee guida dell’Arera, l’autorità nazionale per l’energia e l’ambiente. Il Piano economico-finanziario (Pef) per il 2025, redatto da Veritas e validato dal Consiglio di bacino, ha rispettato il tetto massimo di crescita delle entrate tariffarie (9,6%), con un aumento dei costi dell’8,25% rispetto all’anno precedente. L’amministrazione, ha aggiunto Orlando nei mesi scorsi, ha cercato di contenere l’impatto individuando correttivi per oltre 659mila euro. Ma i balneari non ci stanno. Da tempo chiedono che le peculiarità del loro settore vengano riconosciute, soprattutto considerando che molti si affidano a gestori privati per la raccolta dei rifiuti. “Serve un confronto serio – insiste Bellemo –. Non è più sostenibile. Un lido medio paga 45mila euro all’anno per la concessione demaniale, ma ben 71mila euro solo di Tari. È una sproporzione che non possiamo più accettare”.
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