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24.11.2025 - 11:23
VENEZIA - Nel 2025 la spesa media nazionale per la gestione dei rifiuti urbani è pari a 340 euro l’anno, in aumento del 3,3% rispetto al 2024 (329 euro). Il dato emerge dal rapporto 2025 di Cittadinanzattiva sui rifiuti, con le tariffe crescono in tutte le regioni, tranne che in Molise, Valle d’Aosta e Sardegna, e in 95 capoluoghi su 110.
Nel 2025, in Veneto, la spesa media per la gestione dei rifiuti urbani è pari a 290 euro, in aumento rispetto ai 275 euro del 2024, per una crescita del 5,4%. La raccolta differenziata raggiunge il 77,7%, confermandosi tra le più alte d’Italia.
Entrando nel dettaglio dei capoluoghi, Belluno è il territorio meno costoso, con una tariffa media di 223 euro, in crescita rispetto ai 205 euro del 2024 (+8,5%). Seguono Verona, che passa da 236 a 249 euro (+5,7%), e Vicenza, da 244 a 257 euro (+5,5%). A Padova la spesa sale da 254 a 273 euro (+7,7%), mentre a Venezia passa da 369 a 388 euro (+5,2%). L’aumento più contenuto si registra a Rovigo, dove la tariffa passa da 344 a 351 euro (+2%).
Permangono forti differenze territoriali:
Nord: spesa media 290 euro, raccolta differenziata al 73%;
Centro: 364 euro, differenziata al 62%;
Sud: 385 euro, differenziata al 59%.
Le regioni più economiche sono Trentino-Alto Adige (224 €), Lombardia (262 €) e Veneto (290 €); le più costose Puglia (445 €), Campania (418 €) e Sicilia (402 €).
Tra i capoluoghi si passa dai 602 euro di Catania, la città più cara, ai 196 euro di Cremona, la più economica.
Sono questi alcuni dei dati principali del Rapporto 2025 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, che ha analizzato le tariffe rifiuti applicate nei capoluoghi italiani nel 2024, riferite a una famiglia tipo di tre persone, in un’abitazione di proprietà di 100 mq. I costi considerati comprendono IVA e addizionali provinciali. Il Rapporto e gli approfondimenti regionali sono disponibili nel sito dell’organizzazione.
Si confermano virtuose, oltre al Trentino-Alto Adige, le regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche, che associano una TARI inferiore alla media nazionale a elevati livelli di raccolta differenziata.
Tra i dieci capoluoghi più costosi, sette appartengono al Sud, a conferma del divario territoriale. I più onerosi sono Catania (602 €), Pisa (557 €), Genova (509 €) e Napoli (496 €).
Specularmente, tra i dieci più economici, otto sono del Nord: Cremona (196 €), Udine (199 €) e Trento (199 €) registrano i costi più bassi, favorito anche dalla tariffazione puntuale e da sistemi di raccolta più efficienti.
Nel complesso, la crescita delle tariffe è diffusa: 95 capoluoghi registrano aumenti, 14 una riduzione, mentre uno solo rimane invariato.
Le variazioni più significative:
Aumenti: Reggio Emilia (+15,1%), Ferrara (+13,8%), Siena (+12,9%);
Diminuzioni: Modena (–12,3%), Aosta (–8,4%), Cagliari (–7,6%), Milano (–7,5%).
In Veneto, come riportato, la TARI passa da 275 euro nel 2024 a 290 euro nel 2025, con una variazione del +5,4% e un tasso di raccolta differenziata in crescita al 77,7%.
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