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elezioni regionali 2025
25.11.2025 - 12:02
Il Veneto esce dalle urne con un quadro politico nitido e sostanzialmente omogeneo, segnato dalla nuova affermazione del centro-destra guidato da Alberto Stefani. Con l’86% delle sezioni scrutinate, il candidato risulta in vantaggio nella quasi totalità dei comuni, ad eccezione di Venezia, dove avanti c’è Giovanni Manildo, e di Santa Lucia di Piave, dove guida Riccardo Szumski.
«Questa tornata elettorale ci consegna un Veneto che, ancora una volta, ha scelto con chiarezza il presidente della Giunta regionale – ha dichiarato in serata il presidente del Consiglio regionale del Veneto, intervenuto al punto stampa a Palazzo Ferro Fini –. Il risultato della coalizione di centro-destra è il frutto di un lavoro di squadra, di una capacità di governo riconosciuta e di un rapporto saldo con i territori. Al tempo stesso, la presenza più articolata dell’opposizione in Consiglio arricchirà il confronto democratico, che è sempre un valore».
Restano tuttavia forti le ombre dell’astensionismo, condizionato anche dal peso degli iscritti Aire. «Gli Aventi diritto residenti all’estero sono oggi 613.938, ossia il 14,29% dell’elettorato totale, in aumento di 134.533 rispetto al 2020: quasi il doppio degli elettori delle province di Belluno e Rovigo sommate – ha sottolineato –. È un’anomalia che incide e che non può essere ignorata».
Dal territorio arrivano conferme e alcune dinamiche distinte. La Lega – Liga Veneto – Stefani Presidente risulta la prima lista nella grande maggioranza dei comuni, mentre Fratelli d’Italia registra performance solide in tutto il Veneto. Nei centri maggiori, come Venezia e Padova, è invece il Partito Democratico a mantenere la prevalenza. A Treviso spicca il consenso attorno alla lista Szumski, che supera il 10% in molti comuni. Verona si attesta sulle percentuali più alte per Stefani, vicine ai livelli delle regionali 2020; Vicenza conferma la crescita del centro-destra già evidenziata nelle Europee 2024; Padova mostra un recupero marcato rispetto allo stesso voto europeo; Belluno registra l’affluenza più bassa della regione, appena il 35%, probabilmente per l’attenuarsi dell’“effetto Zaia”; Rovigo conferma un risultato molto elevato per la coalizione guidata dal nuovo presidente.
La ripartizione provvisoria dei seggi riflette un assetto sostanzialmente proporzionale, poiché la coalizione vincente supera il 60% e non scatta dunque il premio di maggioranza. I dati, con l’86% delle sezioni acquisite, indicano: 19 seggi alla lista Lega – Liga Veneto – Stefani Presidente; 9 al Partito Democratico – Manildo Presidente; 9 a Fratelli d’Italia; 3 a Forza Italia – Autonomia per il Veneto; 2 a Szumski Resistere Veneto; 2 ad Alleanza Verdi e Sinistra; 1 a Uniti per Manildo; 1 al Movimento 5 Stelle; 1 all’Unione di Centro; 1 a Liga Veneta Repubblica; 1 alle Civiche Venete per Manildo. Il centro-destra, che nella legislatura uscente contava 41 seggi, dovrebbe ora attestarsi tra 32 e 36, mentre le opposizioni aumentano significativamente la propria rappresentanza.
Sul piano tecnico, il nuovo algoritmo matematico di riparto, Psephos, ha fornito risultati ritenuti corretti, con criticità limitate alla fase di acquisizione dei dati dai territori. La ripartizione provvisoria dei seggi per provincia è stata diffusa, mentre l’elenco definitivo degli eletti sarà pubblicato dopo le ultime verifiche. La proclamazione ufficiale spetterà come sempre alla Corte d’Appello.
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