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Cavarzere
03.12.2025 - 21:17
CAVARZERE -Senza riscaldamento in pieno inverno, è la denuncia di una famiglia di Cavarzere, residente in una casa popolare di Ater di via Marco Polo. A denunciare la situazione una donna “invalida al 100%” da ormai più di cinque anni - spiega - e malata oncologica e da poco ricoverata in ospedale, residente in un appartamento in affitto con la madre di 85 anni ed i figli. Da tempo - aggiunge la donna - il riscaldamento centralizzato crea problemi, ma quest’anno la situazione è diventata ancora più grave: con l’inverno già iniziato, il riscaldamento non sarebbe mai stato acceso.
“L'amministratore di condominio ha dichiarato che la caldaia si è rotta e non è riparabile” - sottolinea la donna. Il problema sulla caldaia, spiega il figlio della donna, sembra risalire all’ondata di maltempo che ha colpito il paese ancora nel mese di maggio.
“La nostra zona è andata sotto acqua e la caldaia si è danneggiata - sottolinea -. Ma nessuno si è preoccupato di ripararla o di verificare che funzionasse”. La donna proviene da un ricovero in ospedale di quasi due mesi in cui ha subito un intervento chirurgico ed il ricovero in terapia intensiva, con problemi anche ai polmoni. “Mia madre è rientrata oggi in una casa fredda nel mese di dicembre - aggiunge il figlio -. E non siamo solo noi nel condominio a lamentarci. Altre famiglie sono nella stessa condizione proprio perché il riscaldamento è centralizzato. Utilizziamo scaldini e bombole di gas per riscaldarci, una soluzione pericolosa e che comunque non garantisce il caldo in tutta la casa. Non capiamo come possa essere possibile una situazione del genere e ci domandiamo perché nessuno, né Ater né l'amministratore di condominio, prima della stagione invernale, sia venuto a controllare”.
I residenti confermano anche di aver atteso la riunione condominiale, prevista per metà mese, per poter portare le proprie istanze e raccontare il proprio disagio. “Ma la riunione con l’amministratore è possibile solo con i proprietari degli appartamenti, non gli affittuari - aggiunge l’uomo -. Quindi non restiamo esclusi dal dialogo”. Martedì la famiglia è stata contattata dai servizi sociali che stanno lavorando per trovare una rapida soluzione a questo grave disagio.
“Ci hanno proposto di andare a vedere un’altra abitazione - conferma il figlio -, domani (oggi per chi legge ndr) andremo a verificare. Ma se la casa avesse troppi scalini o fosse troppo piccola saremmo costretti a rifiutare. Mia madre non può fare le scale, ha bisogno di una soluzione ad un piano. Speriamo che la proposta sia adatta e, soprattutto, che ci permettano di dormire al caldo il prima possibile”.
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